di Paolo Cristofoletti
Domenica, é la luce del sole che mi sveglia filtrando nella camera attraverso le persiane della finestra. Subito mi accorgo che fuori é una bella mattinata, limpida, chiara, dall’aria molto fredda sferzata da deboli venti di tramontana.
I sogni svaniscono, i primi pensieri prendono forma, la mente si mette in moto, “… stanotte sono arrivate le onde …” lo so, lo sento dentro, oggi sarà una bella scampagnata tra le spiagge del litorale.
Come ogni mattina prima di andare a surfare, le solite e banali domande: dove sarà meglio entrare in acqua, a chi si può telefonare per conoscere lo stato del mare e con chi andare. Il primo scatto telefonico é per Internet, la webcam su Banzai mostra delle belle onde sostenute da venti di N-NE di tramontana piena e due piccoli surfisti in muta scura che studiano il picco, ” …chissà forse Vittorino é già in acqua tra loro”
Confortato dalla felice visione prima sveglio Serena e poi contatto Novelli e 4-Pani senior, ” …tanto per fargli capire un po’ come funzionano le onde”.
Andrò a prendere la mia Serenella, la quale dapprima si nega poi al secondo squillo si concede con tutta la sua dolcezza: tra me e lei c’e un feeling sensoriale che non ha eguali e precedenti.
Una buona tazza calda di Nescafé e via nel pandino per le strade di Roma che cominciano a trafficarsi verso il mercato di P.Portese, “… oggi meglio le onde della materia commerciale.”
In pochi minuti siamo sull’autostrada verso Fregene, gli aerei in avvicinamento a Fiumicino trasmettono un piacevole senso di fuga dal quotidiano, mi caricano di stimoli e mi rilassano, la nostra California é da qui a pochi minuti.
Arrivati al Fregene Vela Club notiamo che il mare é impraticabile; tutto il litorale locale é battuto da grosse onde incasinate, dentro l’acqua neanche un fottuto local a raccogliere qualche sciacquone. Riflettiamo sul fatto che verso nord gli spot saranno affollati da super-surfer domenicali accaniti e trinciaonde, riflettendo che forse sarà meglio ripiegare a sud, dalle parti di Anzio, dove ormai é tanto che manchiamo.
Così ci mettiamo in marcia verso altri lidi. Rintracciamo telefonicamente Novelli e 4-Pani, che sono quasi sulla Pontina, io e Sere di lì a poco arriveremo a Ostia e Fragola é già sul raccordo anulare con Federica.
Il tempo passa, il sole si scalda, il tragitto si fa’ sempre più piacevole e la strada litoranea mi permette di avere un’ottima vista verso la sezione migliore della mareggiata spinta nella notte dal Maestrale, “…sarebbe bello surfare tutti insieme per godere delle onde col tiepido sole di novembre …”.
Lei é qui, affianco a me che sorride divertita con tutta la sua ingenuità e tranquilla dolcezza; a tratti si parla un po’, si raccontano vecchie storie ma soprattutto si viaggia incontro ai lunghi orizzonti che cielo e mare creano incontrandosi nel luminoso paesaggio.
I flutti si rovesciano impetuosi causando grossi schiumoni, quest’ultimi scoppiettando liberano i sali ciclici che inebriano l’aria creando una soffusa nebbiolina lungo la strada, poi un po’ per caso e un po’ perché ci siamo cercati il furgoncino bianco di Andrea incrociandoci ci suona il clacson e noi con loro facciamo lo stesso. Siamo davanti alla pizzeria a taglio del Lido Garda dove, quattro anni fa, venivamo a rifocillarci insieme con Fragola quando ancora non sapevamo molto sul surf e sul nostro futuro.
Dopo qualche minuto eccolo che arriva con la sua BMW, scende e spara la prima fragolata: ” oh… siamo tornati bambini qui! ” riferendosi al luogo che ci ha visto per le prime volte sulla tavola da surf; tutti insieme ce ne stiamo sotto il sole, chi seduto sul marciapiede a mangiare la pizza al pomodoro e chi a spalmare paraffina sulle tavole.
Tra una chiacchiera e l’altra decidiamo di provare all’Elmo, dove le onde, se pur piccole, ci piacciono perché pulite e lisciate dal vento. La spiaggia si presenta bene, non troppo affollata, poche persone in acqua e un caldo sole che ci batte proprio in fronte. Le nostre donne si sistemano sul molo incoraggiandoci moralmente, tra me e me penso che Federica sia molto curiosa di vedere come surfa Francesco; il mio cuore va bene anche se il fiato, mentre indosso la muta, si fa un po’ corto all’emozione di entrare in acqua tutti insieme.
Un po’ di wax sulla tavola, qualcuno che accenna a qualche domanda, io sono il primo e il più deciso a entrare, in fondo mi tocca dal momento che sono ritenuto il più anziano sulla tavola. La compagnia non finisce qui, ecco che dal nulla sbucano dentro la Twingo rossa Tommaso e Filippo; la gioia nel vederli aumenta e di pari passo cresce tra noi la competizione pura e semplice che si crea nell’ambiente sportivo.
Qualche minuto di preparazione scambiandoci divertenti battute ed eccoci tutti in acqua, sul line-up di uno spot distinto da una corrente insidiosa e a tratti una risacca potente degna dell’oceano.
E’ bello, é molto bello; emozionante, creativo, divertente, mi piace tutta la scena che si é creata intorno a noi. Serena e Federica chiacchierano e fanno conoscenza mentre, baciate dal sole, stanno sedute sul molo del pontile. Io e Fragola così diversi eppure così uniti da tanti anni per via di questo splendido sport. Il piccolo 4-Pani senior che arranca un po’ impacciato quasi impotente contro un mare che più facile di così neanche una piscina ad onde sa crearlo. C’é Tommy, ragazzo sveglio e deciso, il quale con il suo tavolone mostra audacia e sicurezza sebbene siano sinonimi non troppo degni per una misura simile di onde. E Filippo, il mitico ” …F i l i p p o o o ” di Biarritz, quel ragazzo un po’ buffo e tanto simpatico conosciuto in Francia due anni fa; uno di quei personaggi amico di sempre e di mai con cui si scherza e si ride insomma ci si sta bene dentro l’acqua. Oggi sembra più rincoglionito del solito, in realtà é ancora molto assonnato per via della nottata. Ah, dimenticavo il Novelli, sempre molto appartato e di poche parole, un ragazzo misterioso, da interpretare. Infine eccomi, sempre un po’ teso per via della mia indecifrabile emotività e molto stimolato dalla giornata.
Il sole é alto nel cielo, i colori, dapprima molto diffusi, col passare dei minuti diventano sempre più intensi, morbidi e incisivi. Le onde sono pulite, a tratti frequenti e sostenute anche se piccole.
Nelle pause ci si cerca, seduti sulle tavole ci facciamo battutine incoraggiandoci; Tommy, anche se un po’ patetico, é quello che scherza più di tutti, ce la mette tutta per ritrovare la sua spensierata giovinezza.
Col passare del tempo in acqua comincia a fare sempre più freddo, tanto che alla fine dopo essere stati ammollo per quasi tre ore molti di noi hanno assunto un colore violaceo. Tre lunghissime ore di surf dove le braccia intorpidite ritrovano energia solo quando il mare ci regala il gioco, l’eterno gioco dell’onda che si rompe mentre la scia del sole si riflette lungo l’orizzonte liscio del mare di scaduta.
Serena mi guarda, é felice, siamo felici. Le dedico un’onda, la più alta di tutte che a fine corsa si schianta potente nell’inside, riemergo e le lancio un grosso bacio con la mano destra; un gesto sincero e gioioso, semplice e comune ma tanto spontaneo in questo attimo.
Mentre sei lì ad aspettare le onde vengono giù i ricordi. L’Irlanda, gli U2 e il motivo della loro nuova canzone, la mia soddisfazione nel camminare da solo per le strade di Dublino, la pioggia che si alterna al sole e le grandi nubi del Mare del Nord. O forse niente in testa, soltanto vaghi pensieri che cacciano via i complessi ragionamenti sugli eventi quotidiani e le ansie della vita, alle volte mi basta fissare un punto nel mare per lasciarmi andare.
Qui, nell’acqua, tutti insieme, ho come l’impressione che torniamo bambini; tra chi si conosceva già e chi non si era mai visto prima, uniamo corpo e menti in un fatale gioco che la natura quasi per caso ci mette a disposizione. Il resto é l’amicizia.
Valore indiscutibile ma spesso criticabile e giudicabile; essa muta tra uomo e uomo, tra conoscente e conoscente eppure ho l’impressione che dentro l’acqua, tra noi pochi, sembra per un attimo, solo per un piccolo attimo così viva e palpabile.
Domani la quotidiana battaglia metropolitana continuerà a travolgerci, oggi il mare con noi sei tutti insieme a giocarci dentro. Chi l’avrebbe detto che sarebbe accaduto: in agosto da solo nel mare d’Irlanda e a metà novembre con tutti loro nel mare di Anzio.
Grossi cumuli rosa nascondono il sole ormai basso all’orizzonte, i suoi raggi disegnano ampie scie luminose nell’azzurro del cielo, le ombre si allungano annunciando il crepuscolo: svaniscono le paure, i dubbi, le angosce e le ultime onde di un pomeriggio indimenticabile.
Sul bagnasciuga, mentre ripiego il leasch, un cagnolino mi fa le feste, Serenella mi corre incontro a braccia aperte e Federica sorride a Fragola che la coccola calorosamente. Tommy esulta e già fuma la prima cancerosa, Filippo si sfila la muta e goffamente ripete: ” sì, sì, tutto molto bello ma le onde dov’erano?”, il 4-Pani senior già rosica per i primi bozzetti sulla tavola nuova e Novelli, silenzioso, s’infila i pantaloncini corti in pieno autunno.
Troviamo il tempo anche per qualche foto; oggi sembrava esserci il tempo per tutto, tutto un insieme di piacevoli sensazioni che al giorno d’oggi sembrano scontate invece si realizzano raramente, un po’ come una cena di classe tra vecchi alunni o una gita scolastica magari a Venezia con il 4°F.
Marlboro, birretta, pizza al taglio e polletto allo spiedo, la casa di Tommy a Piccola Capri ci ospita per un gustoso spuntino …
Oggi sarà una giornata da ricordare, un incontro semplice tra anime complesse che spesso sembrano non avere più tempo per cogliere l’attimo che fugge.
“Signore oggi in acqua non ti ho pregato ma ti ho ammirato ”
Foletty
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