E’ del 10 novembre la notizia che presto in Australia il surf potrebbe essere tassato e subito è nato un comitato ed un sito dove poter esprimere il proprio dissenso: isurfandivote.com.
Si teme che possa succedere quanto già accaduto in passato con l’introduzione della tassa per pescare. Dalle polemiche ed opposizioni si era finito per accettare la nuova legge. La paura più grande è che questo precedente possa indurre il governo a pensare di poter introdurre a cuor leggero ogni nuova tassa come ora anche questa, appunto, sul surf.
Nessun politico ha mai posto delle regole sul surf, eccetto 50 anni fa quando era obbligatorio registrare la propria tavola da surf e pagare una tassa annuale, proprio come per l’automobile.
In Australia ci sono 2.3 milioni di surfisti, ed il surf è il secondo sport dopo la pesca.
I motivi dell’introduzione della tassa risiederebbero nella necessità del governo di assicurarsi nuove entrate da parte di coloro che godono del mare, in quanto i costi di mantenimento delle spiagge, dell’acqua e delle coste sono in continuo aumento: la qualità dell’acqua è in degrado, l’inquinamento in aumento e le spiagge in continua erosione. Tutto ciò comporta dei costi per il governo e la tassa sembrerebbe l’unica soluzione per contenerli.
Alcune amministrazioni comunali hanno già ovviato al problema aumentando il numero dei parcheggi a pagamento o introducendo una tassa per scattare fotografie in alcune località turistiche.
Il sito www.isurfandivote.com nasce come protesta contro l’introduzione della tassa e anche per ricordare ai politici che 2.3 milioni di surfisti sono in discreto numero di persone da tenere in considerazione e soprattutto da non sottovalutare.
Per info: www.isurfandivote.com
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