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Sconvolti da un discorso degli dei

Diario di un viaggio in Portogallo
Di Sandro “Tortona” Maiorano

Tra i mille impegni che non so gestire, l’unica cosa che ancora riesco ad organizzare è un surftrip. Per questa roba qui, di tempo nel bene e nel male riesco a trovarlo, bisogna anche capire che non tutti svolgono un’attività nella quale si riesce a far combaciare lavoro e surf, ed io per l’appunto sono uno di questi. Ma uno di questi non sai che ti sa combinare quando si parla di andare a cercare onde, anche magari a un’ora di auto! In Italia o all’estero che esso sia reclutare “Uomini” con voglia di fare non è difficile ma mi trovo ad affrontare trip sempre con persone diverse. Vuoi per le disponibilità economiche, vuoi per il tempo a ognuno assegnato in maniera diversa, se metti poi anche le donne…allora si rimane a casa.
Quest’anno però gli altri hanno pensato per me. Si è formato un nuovo team ed il bello è che ancora non ci conoscevamo tra noi. Giusto il tempo di una birra (forse più di una …eh si) e già si inizia a ridere: il feeling sembra perfetto. Si inizia a parlare di surf e nessuno più ride. Propongo Algarve ma loro a mia insaputa hanno già deciso: Peniche – destinazione Supertubos. Cercano così di convincermi con la scusa che lì rompe il tubo più lungo d’Europa. All’improvviso un ammutinamento contro l’organizzatore e il dado è tratto! A mezzanotte del 20 febbraio siamo già per strada. Una strada che come ogni viaggio diventa così bella. Tutto cambia: iniziano a piacerti anche i cartelloni stradali, gli Autogrill e il vecchio dormiente del pedaggio. Probabilmente sei passato di lì miliardi di volte per lavoro o per svariati motivi ma, quando sei in viaggio per le onde la musica cambia. Sento una specie di swing mischiato a soul e, perché no, anche un po’ di chillout.
Il team è formato da Luigi, Umberto e Kri, tavolettari, dallo scrivente molto old-school e legato al suo 9.4, e infine due donne, tra cui la ragazza di Kri. Arrivati a Lisbona come da copione le ragazze portano con se Kri a Caparica mentre noi ci dirigiamo verso il nulla e ci affidiamo agli dei. Sarà proprio il nulla a condurci in una splendida cittadina: Ericeira. Giusto il tempo di sistemarci che capiamo subito che qui tutto fa per noi. Ci sono più surfshop che alimentari, inoltre ci sono onde surfabili anche sotto casa! Per circa tre giorni surfiamo alla cieca finchè non conosco un tipo davvero giusto. Pico è uno shaper locale affiliato a Boardculture, un’altra factory locale. Uno sguardo, un po’ di italo-inglese-portoghese, il tutto mischiato a del francese e Pico si apre definitivamente con me fino a disegnarmi una mappa con alcuni dei migliori spot. Una persona davvero in gamba, che non chiede nulla in cambio ma che da vero surfista vuole aiutarci a tutti i costi. Nei giorni seguenti lo incontrerò ripetutamente proprio nei posti di cui lui mi parlava e la sua simpatia non farà che riconfermarsi: a tutti i costi mi fa conoscere una surfista tosta e altra gente del posto. Grande Pico! A dire il vero i portoghesi si dimostrano davvero cordiali ed ospitali in ogni altra situazione, sempre obrigadi. Sarà proprio la sua mappa a portarci a “The rock”. The rock è uno spot roccioso che soffre molto della marea e con un sovraffollamento pazzesco. I picchi principali sono due e qui incontro longboarder davvero forti e stilosi. Uno spot davvero bello con un livello tecnico medio-alto. Qui ci siamo soffermati parecchio e abbiamo assistito ad una gara organizzata da Billabong. Un evento davvero fantastico con una organizzazione a dir poco sublime.
I giorni seguenti surfiamo ovunque, a sud e a nord trovando spot difficili, tecnici e un po’ tosti mentre altri si rivelano veri e propri parchi giochi. A questo proposito voglio annoverare lo spot cittadino di Lisbona: Costa de Caparica. Qui la spiaggia è fantastica è anche chi la vive, come le donne in topless che amano noi italiani alla pazzia! Le onde davvero belle e per niente impegnative. Sulla lineup si convive abbastanza bene tranne le solite teste calde che ci sono un pò ovunque. I locals di qui però non perdonano niente! La cosa bizzarra è che questi mi scambiano non so per chi e continuano a salutarmi e ad allontanarsi dandomi la precedenza su ogni picco. Sono convinti che io sia uno spagnolo e farneticano qualcosa in portoghese che non riesco a capire! Beh meglio così…
La qualità dell’acqua va oltre il giudizio dell’ottimo e alle ore centrali del giorno diventa persino calduccia.
Praticamente assetati di onde surfiamo tutta la giornata e la sera si fa poco o niente. Si finisce per andare ad “abbuffarsi” di pesce nei numerosi ristoranti di zona. Da provare assolutamente i granchi cucinati in tutti i modi possibili, accompagnati da un vino bianco-verde eccezionale (14-15- g°). Il tutto per poi andare a bere la capirinha in una botteguccia dove la barman è una cubana..e che cubana, controllata a vista da un vecchiaccio. Qui conosciamo un gruppo di romani davvero simpatici tra i quali uno addirittura gestisce un surfshop con il fratello a Roma. Non rivelo il nome per motivi ovvi ma un giretto sull’Aurelia me lo farei, perché loro so davvero troppo simpatici. Il resto del tempo lo passiamo a dare un’occhiatina a numerosissimi surfshop della zona. Qui conosciamo il boss: Mr. Occhilupo. Si proprio lui lo shaper portoghese delle famose Semente. Che spettacolo: per la prima volta in diretta vediamo nascere una tavola. Qui improvvisamente mi salgono brividi a catena e le foto di rito si susseguono a raffica. Che bello vederlo all’opera mentre da vita a una tavola: lui lo fa con tanta naturalezza accompagnato da musica soul . Davvero complimenti! Un complimento anche alla sua bottega gestita da una persona altrettanto squisita, troppo! Lo assaliamo di domande e lui ci da più risposte di quante noi ne chiediamo! Davvero un esempio da seguire.
Il tempo sta per concludersi e decidiamo così di andare a surfare al tanto atteso “Supertubos”. Supertubos è famosissimo in Europa per i tubi che produce e andare li per noi è una rotta obbligata. Beh vi dico che qui non troviamo niente di chè. Questo spot infatti lavora solo con grosse mareggiate e l’unico tubicino che riusciamo a vedere è quello che si produce con l’energia tra l’alta e la bassa marea! Ormai il tempo è diventato sabbia all’interno di una clessidra e c’è qualcosa che ancora dentro di me non va. Non mi sento ancora appagato e cerco qualcosa che nemmeno io so cosa sia!
Così L’ultimo giorno dopo aver visitato quasi tutti gli spot del Portogallo del nord, decidiamo di addentrarci nel più interno Nord. Quel giorno ancora me lo ricordo: sembrava che ci fossimo persi e invece dopo ore di auto, soste a guardare gli spot e a vari vicoli, traverse, curve, qualcosa di più grande di noi ci convince a prolungarci. Giriamo il promontorio e davanti a noi loro: le onde! Bellissime come in un nessun posto le abbia mai viste! Eravamo li, nel posto dove ogni surfista sogna di essere prima o poi. Un ambiente mistico con in acqua praticamente nessuno. Arriviamo così nel posto più desolato che io abbia mai visto. Qui la popolazione sembra aver abbandonato tutto e l’unica cosa sicura che troviamo sono le onde. Onde belle, molto belle, troppo belle. In quel momento siamo in acqua e penso a chissà quante onde ogni anno si rompono sole in luoghi come questo. L’ultimo set ci vede protagonisti in uno scenario incantevole, quasi surreale, accompagnati da un tramonto a dir poco pittoresco. La session è terminata e siamo consapevoli che il viaggio una volta tolta la muta e scattate le foto di rito sta per volgersi alla fine. In verità ero già consapevole di questo al take off dell’ultima onda. Ora sale il silenzio: si sta a guardare l’orizzonte, una croce che dall’alto sovrasta e un vecchio pescatore con il suo cane. Ognuno dentro di sè sta pensando a qualcosa. Qualcuno al lavoro che lo aspetta una volta rimpatriati, un altro alla sua donna, un altro ancora forse non pensa proprio a niente. Finalmente mi sento appagato e pieno. Dentro di me qualcosa è cambiato. Si, proprio in questo posto. Vedo tutto diversamente, anche il modo di vivere il surf. Solo ora sono cambiato e chissà forse gli Dei hanno voluto che noi fossimo qui, nel posto più desolato che noi avessimo fino ad ora visto. Sale all’improvviso la notte più profonda e i colori sbiadiscono fino a svanire. Anche i profumi cambiano. Questa notte non dormo e aspetto la luce del mattino. Eccoli svegli alla luce delle sei del mattino (come diceva un saggio di Scafati) con occhi stanchi come lupi a branchi, nella nebbia fitta che sale a banchi, sconvolti, Sconvolti da un discorso degli Dei, definitivamente persi nella luce delle sei.

Sandro “tortona” Maiorano.

Si ringraziano : Vale G.- Luigi T.a.p- Umberto C.
Un ringraziamento speciale a Maria De F. B. per l’ospitalità e a tutti i portoghesi che ci hanno sopportato…

Many info: “ti matilde” restaurante Rua dr. Manuel de Arriaga, 29 Ereceira Boardculture-surfshop de Sao Sebastiao, Loja G.2655-270 Ereceira.tel 26 186 20 00

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