Surfcorner.it – E’ allo studio un progetto per ricavare energia dalle onde del mare. Sarà sviluppato sull’isola di Ventotene e consente di generare 120 kilowat per ogni dieci metri di costa.
Sfruttando il movimento ondoso del mare è possibile infatti generare 12 kilowatt per ogni metro di costa. Questo è quanto emerge da uno studio presentato ad EnergyMed, la mostra convegno sulle Energie rinnovabili svoltasi pochi giorni fa a Napoli.
Questi risultati sull’energia ottenibile dal mare sono stati ricavati dal Dipartimento di Meccanica e di Aeronautica dell’Università La Sapienza di Roma partner del MedCres (Centro del Mediterraneo per l’Energia Rinnovabile e la Sostenibilità Ambientale). Gli studi sono stati effettuati durante l’inverno sulla coste dell’isola di Ventotene, nell’arcipelago pontino, ispirandosi a una tecnologia già usata su oltre 2000 impianti in Portogallo e in Scozia.
La tecnologia si basa sullo sfruttamento dell’energia meccanica dell’onda marina che viene indirizzata attraverso una camera all’interno della quale, alzandosi e abbassandosi, produce aria compressa che passa attraverso una turbina, fino a permettere in questo modo di ottenere energia.
”La tecnologia alla quale ci siamo ispirati – ha riferito Alessandro Corsini, docente del Dipartimento dell’Università di Roma a autore dello studio effettuato sulle coste dell’isola di Ventotene – è quella usata in Portogallo e in Scozia dove operano dal 2000 impianti di potenza compresa tra 500 e 1.000 kW”. Questa tecnologia, ha proseguito Corsini ”è basata sullo sfruttamento dell’energia meccanica dell’onda marina che viene indirizzata attraverso una camera. L’onda, alzandosi all’interno di questa camera, produce aria compressa che viene fatta passare attraverso una turbina e con questo passaggio otteniamo energia”.
Per quanto riguarda le isole Pontine, esattamente a Ventotene, ”abbiamo dimostrato – ha detto Corsini – che durante l’inverno è possibile ottenere una potenza energetica di 12 kW per ogni metro di costa. Dunque 120 kW ogni 10 metri di costa”.
Per l’Italia, che dispone di 8.000 chilometri di costa, è un fatto importante. ”Si tratta attualmente – ha detto ancora Corsini – della soluzione più promettente per l’esperienza di esercizio in sistemi di potenza isolati e per la possibilità di integrazione con infrastrutture portuali minimizzando anche l’impatto ambientale”.
I lati positivi di tali realizzazioni sono l’assenza di emissioni di CO2, assenza di residui radioattivi, risorse di base tendenzialmente inesauribili, ricchezza di zone degli oceani con maree regolari idonee all’installazione degli impianti, scarsa invadenza degli impianti stessi.
L’aspetto ambientale piu’ delicato è per contro il possibile impatto sulla vita negli oceani che, secondo le primissime valutazioni, sembrerebbe anch’esso estremamente ridotto.
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