Surfcorner.it – Dopo aver domato l’incendio sulla nave Turca devastata dalle fiamme la scorsa settimana in Alto adriatico, sembra possibile che la stessa sia trainata nel porto di Trieste entro oggi. Lo riferisce Enrico Samer, agente e terminalista a Trieste della societa’ proprietaria della nave.
Dalla Capitaneria della città spiegano che per accogliere l’imbarcazione devono essere chiari tutti i potenziali rischi, anche ambientali, legati alla stabilità della struttura e alle condizioni delle merci imbarcate.
La Smit Salvage, la societa’ olandese di Rotterdam che con i suoi tecnici ha contribuito a spegnere le fiamme, ormai completamente domate, sta preparando una relazione tecnica sulle effettive condizioni del traghetto, per ottenere il via libera a condurre la nave a Trieste.
La documentazione dovrebbe essere in grado di superare il diniego già anche da parte della Capitaneria di porto di Trieste, a trainare il traghetto nelle acque del capoluogo regionale. Solo l’autorita’ portuale di Trieste aveva dato il via libera all’arrivo dell’Und Adriyatik.
Come anticipato, la Capitaneria di Trieste spiega che per accogliere il traghetto devono essere chiari tutti i potenziali rischi, anche ambientali, legati alla stabilita’ della struttura e alle condizioni delle merci imbarcate. Comunque, le condizioni della nave sono migliori di quanto temuto. A bordo sono saliti i tecnici della Smit Salvage ed e’ emerso che i danni sono inferiori del previsto. La sala macchine e’ in buone condizioni, cosi’ come la sala che ospita 800 tonnellate di carburante e altre 50 tonnellate di gasolio, che nei giorni passati avevano fatto temere il peggio. Sembra in buone condizioni tutta la parte inferiore del traghetto.
Fino a due giorni fa la nave era ancora a largo della Croazia, all’altezza di Pola, agganciata dai rimorchiatori. E’ in corso una trattativa tra le assicurazioni del traghetto e l’autorita’ croata, che ha chiesto 30 mln di euro a garanzia per consentire alla nave di lasciare le acque territoriali del paese.
Come già detto precedentemente, per fortuna sembra che le acqua dell’Adriatico non ne abbiano risentito: clicca qui per leggere la precedente news.
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