Gli alfieri del noise-rock fanno inversione a U verso l’indipendente e firmano con Matador dopo due decenni di Geffen e il risultato è pari ad un elisir dell’eterna giovinezza.
Tengono a bada il loro celebre arsenale di distorsioni e preferiscono linee melodiche secche e decise che fanno capolino da quel delizioso caos che li ha sparati nella galassia del feed-back.Rincara la dose Mark Ibold,il bassista dei Pavement ormai assunto a tempo indeterminato ma è l’instancabile Kim Gordon la padrona di casa ed essere suoi ospiti è un onore specialmente se il maggiordomo risponde al nome di Lee Ranaldo,un uomo che ha spinto il confine della sei corde fino al punto di non ritorno.
Il linguaggio di “The Eternal” è stranamente assolato come un’autostrada californiana è un’immagine
acida,malinconica,psichedelica e quasi fuori dal tempo.
Apre lo spigoloso punk di “Sacred Trickster” seguito dalla melodiosa e sconvolta “Leacky Lifeboat” con la scialuppa della vita che fa acqua da tutte le parti come direbbe Gregory Corso.
Non c’è sollievo neppure nello spensierato pop di “Malibu Gas Station” e non serve il testo per intuire “le mal de vivre” che tuona all’ombra di uno spietato crescendo elettrico.
Ma ora basta anticipazioni,gli altri nove pezzi sono tutti da vivere.
GLAUCO NUTI
Lascia un commento