Dalla tavoletta al longboard, al titolo di campione italiano longboard portato per la prima volta sulla costa est. Visto che il campionato ILT deve ancora iniziare, vediamo intanto chi è Matteo Fabbri.
Raccontaci tutto su Matteo Fabbri…
Ho 22 anni da poco compiuti, abito a Riccione, una bellissima cittadina che si affaccia sul mar Adriatico e in quanto a onde non è messa tanto bene 🙂
Frequento il secondo anno di Architettura e Processo Edilizio a Cesena, e durante la stagione estiva lavoro da mio padre alla zona 95 di Riccione; non mi lamento della vita che sto facendo ultimamente, riesco a surfare quando voglio lavorando al mare e con la speciale clausola di contratto che mio padre mi ha garantito, in caso di onde io non ci sono per nessuno! eheheh
Durante il resto dell’anno con l’università a soli 40 minuti da casa riesco ad essere in acqua in un lampo e quando lo studio me lo permette faccio una capatina all’estero o più semplicemente un bagnetto in Toscana.
Surfisticamente parlando, qual’è stato il tuo percorso?
Credo di aver iniziato a “surfare” un’estate con il body quando avevo 8 anni, dopo un viaggio ai caraibi, dove per la prima volta vidi dei ragazzi con il surf. Dopo quel viaggio mio babbo mi prese il primo body, infatti fu proprio lui a spingermi ad andare in acqua, perchè anche lui aveva iniziato da giovanissimo prima con le derive e poi con il windsurf, quando ancora in Italia non vi erano nè tavole nè vele. Iniziai ad entrare in acqua quando anche i fondatori del Monkey surf club (Andrea Tordi, Stefano Sanchi e Michele Tamagnini) cominciarono a surfare le prime onde a Riccione.
La prima tavola arrivò l’estate successiva, dopo che mio padre passò l’inverno a shaparla, dato che aveva realizzato da sè le sue prime tavole da windsurf, con ottimi risultati.
Da lì in poi si surfava solo d’estate con i miei amici, passando le estati in allegria divertendoci tra le onde, facendo a gara chi rimaneva più in piedi, fino a quando arrivò la prima muta invernale che mi permise di iniziare ad entrare in acqua tutto l’anno surfando anche le mareggiate invernali più belle e consistenti.
Vivendo a Riccione, dove la vita notturna selvaggia è molto diffusa, come riesci a trovare il giusto compromesso tra l’essere surfista e lo stile di vita del “fighetto” riccionese?
Questa è una bellissima domanda ahahah! La fase che credo sia stata più significativa, quella che, diciamo, mi ha aperto gli occhi, fu intorno ai 13/14 anni, quando quasi tutti i miei compagni iniziarono ad andare a passare i pomeriggi in sala giochi, e a me sinceramente passare l’intero pomeriggio chiuso dentro uno stanzone non mi faceva impazzire; allora iniziammo io e dei miei amici ad andare con lo skate divertendoci all’aria aperta, anche se ogni tanto un salto in sala giochi lo facevamo, però non a spendere soldi per i gettoni ma per le ragazze e appena il mare buttava su due ondine eravamo i primi in acqua! Adesso esco sempre con gli stessi amici di allora che, alcuni con il passare degli anni entrano in acqua raramente, mentre altri sono sempre presenti nei ricordi di surf più belli. A volte il sabato sera ci concediamo delle belle serate al Cocco (Cocoricò, ndr) e quando è estate passiamo sempre delle bellissime serate facendo casino in giro per Riccione unendoci alla folla di turisti.
Io sinceramente penso di essere sempre me stesso, un surfista riccionese (non suona benissimo però eheehh). Poi va be, c’è la solita frase che avrò sentito penso un milione di volte: Ma ci sono le onde a Riccione?
Hai sempre surfato su longboard fin dall’inizio? Quand’è che hai cominciato a usare anche la short?
Le mie prime tavole serie erano lunghe intorno ai 7 piedi, la più corta e la prima era un 6,8 poi avevo un 7 e 7,3 che poi erano di mio babbo, e io le usavo nei giorni con onde molto piccole. Io volevo fare short e mi ricordo che per un anno intero ho rotto le palle a mio babbo, che alla fine mi comprò una Lost 6,1 da Cavour (Surf Paradise, shop di Riccione, ndr), penso che quel giorno ero il bimbo più felice del mondo, era Settembre 1999, da allora andavo sempre con la short tranne quando le onde erano minuscole, e in quei giorni lì andavo a rubare il 10 piedi di Teto e mi mettevo anche a surfare le onde della motonave Marinella in mezzo alla folla di bagnanti, e penso di averne beccati un bel po’!
Poi nell’estate 2006 mio padre tornò a casa con il primo long, preso usato dal mitico Mago (Alessandro Merli), e a settembre partecipai alle selezioni per la Nazionale Juniores a Gaeta per lo short. Contemporaneamente c’erano anche le selezioni di long e mio padre per caso lo aveva portato, fatto sta che alla fine mi convocarono come longboader per gli Europei, togliendo la convocazione a Marco Boscaglia (scusa Bosko!). Alla fine dell’europeo mi piazzai al 5° posto, portandomi a casa il miglior risultato come miglior italiano all’europeo di Ferrol, e con un punteggio su onda di 7,87 (primo atleta a prendere un punteggio così alto in una gara ISA fino ad allora) e mancando di poco la finale. Da allora non ho più smesso di surfare col long.
Quest’anno ci sarà il mondiale ASP Longboard a Levanto. Cosa ne pensi?
Penso che sia il sogno di ogni surfista italiano poter assistere ad un mondiale di surf nel proprio paese, ma ad essere sincero ho paura che rimanga più un sogno, molto difficile da realizzare. Però gli organizzatori ce la stanno mettendo veramente tutta per poterlo realizare e sono da ammirare e ringraziare anche in ogni caso, perchè abbiamo davvero bisogno di persone in Italia che credono in questo sport.
Ritieni che Levanto sia il posto giusto per il mondiale?
Levanto è una località stupenda che si merita questo ed altro, non sembra neanche Italia, ci vado a surfare molto spesso con i miei amici e ogni volta ci regala giornate stupende, sia per la short che per il long; in certi giorni a centro baia crea un’onda davvero impegnativa, che non ha niente da invidiare alle onde oceaniche per bellezza e soprattutto per la forza e la potenza.
Hai intenzione di partecipare alla gara per vincere la wild card?
Ovviamente se si farà, spero con tutto il cuore di poter prendere parte a una manifestazione mondiale di questo genere, anche perchè Levanto come onda mi piace veramente molto e penso che su un’onda del genere si potranno far vedere cose che non tutti credono possibili fare con il long.
Tornando a te, il fatto di vivere in spiaggia per la maggior parte dell’anno, proprio di fronte al tuo home spot, ha avuto un ruolo importante nella tua crescita surfistica?
Penso sempre a questo, mi rendo conto di essere davvero fortunato, che tra tutte le 151 spiagge di Riccione i miei hanno beccato quella che ha lo spot di fronte, e poi casa mia è nello stesso viale a 300 metri verso l’interno, insomma casa e bottega. Questo mi ha aiutato sicuramente, di solito sono sempre il primo in acqua e l’ultimo ad uscire cambiando in un secondo tavola avendole tutte nel garage al mare. Poi d’estate sono li dalle 7 di mattina alle 7 di sera non perdendomi mai un’onda.
Il fatto di avere due genitori che ti hanno sempre spronato, portandoti anche in giro agli eventi quando non avevi ancora la patente, come ha influito sull’evoluzione del tuo surf e del tuo livello?
I miei si sono impegnati tantissimo, cercano in tutti i modi di aiutarmi, e di questo ne sono davvero grato e contento. Quando poi ho iniziato con le gare mi hanno sempre spinto a farle supportandomi e dandomi consigli utili, se non ci fossero stati i miei genitori ad aiutarmi non so se sarei stato in grado di arrivare fino a qui.
Viaggiando spesso con i tuoi, hai mai sentito la loro apprensione quando per esempio andavi in mare in condizioni impegnative? Oppure, al contrario, ti spingevano loro ad andare in mare?
Sinceramente peso che solo una volta, mia mamma, quando avevo 13 anni mi disse che il mare era troppo grosso e che non potevo entrare, perché per il resto mi hanno sempre spinto. Ogni tanto, ma anche adesso prima di entrare mia mamma mi dice: Stai attento. Invece, mio padre quando siamo all’estero e il mare è un po’ grosso mi dice di non rompere il long a metà, anche l’ultima volta in Francia me l’ha detto, ma non è colpa mia se poi l’ho spaccato in due!
Tra i viaggi che hai fatto, quali posti ti hanno entusiasmato di più?
I mie genitori mi accompagnano spesso nei viaggi, perché facendo un lavoro stagionale ci troviamo che nel periodo natalizio io e mia sorella siamo liberi da impegni scolastici e possiamo goderci delle belle vacanze tutti assieme e poi quasi tutta la mia famiglia entra in acqua con me quando le onde lo permettono e quindi le mete che propongo ogni anno sono sempre ben accettate da tutta la family. Di sicuro il paese o il posto che preferisco è la California con le sue onde lisce e perfette e una cultura e dei paesaggi fantastici, ci sono già stato parecchie volte ma ogni volta non vedo l’ora di tornarci. Altre onde che mi hanno colpito insieme al resto sono state quelle in Spagna del nord, in Messico dove mi rendo conto che sono davvero in vacanza e dove tutta la giornata è focalizzata sul surf con minimo 4 session al giorno, poi il Marocco, che ondeee!!! Tutti point destri con onde infinite che ti permettono di variare tavola in continuazione. Posso dire che mi manca l’Australia e Bali, prossime mete sicure, spero il prima possibile.
Partecipi spesso a gare di long e short. Lo fai perchè sei una persona molto competitiva?
In certe situazioni penso di essere una persona competitiva, ma nelle maggior parte dei casi sono solo un ragazzo che si vuole divertire e sorridere. Comunque tutto sommato non mi dispiace gareggiare, vedere che livello hai raggiunto, confrontandoti con persone che hanno la tua stessa passione mi piace e mi da soddisfazione, anche se all’estero quando gareggio vengo preso dalla tensione che normalmente non ho nella vita quotidiana e non riesco a trovare quel feeling che mi permetterebbe di portare a casa ottimi risultati. Poi quando non avevo ancora la patente, le gare soprattutto d’estate erano la scusa per riuscire a fare un po’ di surf in altri posti e con altri ragazzi della tua stessa età.
Sei molto più conosciuto come longboarder, ma ti sei anche qualificato al regionale short nel 2009 per il top 44 del 2010, alle cui tappe poi non hai mai partecipato. C’è stato un motivo particolare?
Non ho mai partecipato per questioni di tempo, molte volte le gare di long coincidevano con le date dello short, mentre altre volte per impegni diversi; poi le tappe di campionato sia short che longboard sono diventate talmente poche che se per sfiga dovessi perdere una tappa saresti penalizzato duramente nella classifica finale.
Tra longboard e short cosa preferisci, e in base a cosa decidi se uscire in mare con l’una o l’altra?
Anche questa è una bella domanda che molte volte mi ripeto in testa, mi piacciono entrambe, ovviamente, ma la scelta penso che parta principalmente dalle condizioni del mare, anche se mi piace tantissimo uscire con il long quando il mare è bello grosso; il long ti permette di goderti più l’onda in tutta la sua lunghezza, mentre con la short non hai mai un attimo di tregua e non riesci a gustarti a pieno l’onda o la manovra. Poi ci sono session in cui mi porto a riva sia la short e long e poi ogni tanto cambio per non annoiarmi!
Se dovessi programmare un surt trip da qualche parte in giro per il mondo sceglieresti un posto dove le onde sono più da long o da tavoletta?
Sceglierei penso un posto dove poter andare con tutti e tue i tipi di tavole, ma penso che alla fine anche se fosse un posto solo da short, mi porterei il long di sicuro, perché mi piacciono troppo le onde impegnative da surfare con il long, forse è anche per questo che negli ultimi viaggi torno sempre a casa con la short intera e il long in due pezzi.
Nel tuo quiver attuale quante e quali tavole ci sono?
Il mio quiver è molto variegato. Ho quattrp short che vanno dalla 5,11 Al Merrick flyer, 6,0 Al Merrick rocky, 6,1 Chilli e una 6,2 Lost. Poi ho una strana tavola, un mini long Bear Wombat 6,4 e infine arrivano cinque long: due Steward sono entrambi a metà da riparare. Gli altri tre sono un Minvielle 9,0 x 21 3/8 x2 4/8 poi un 9,1 Mc Tavish original in Surf Tech e un Takayama in the pink 9,3 la tavola più “classica” del mio quiver. Penso che tra non molto tempo un bel SUP farà la comparsa tra le mie “bimbe”.
L’anno scorso hai vinto il tuo primo titolo di campione longboard, e sei stato il primo surfista adriatico a farlo. Durante l’anno chi sono stati gli avversari con cui ti sei dovuto confrontare di più?
Sono molto contento di aver portato il titolo di campione italiano sulla costa est e penso che prima nessuno ci sia riuscito e credo di essere il più giovane campione italiano di long. E’ stata dura soprattutto in Sicilia dove non sono riuscito ad arrivare alla finale per pochissimi punti, ma alla fine i più vicini in classifica Baldini e Pardini non sono riusciti a superarmi. L’anno era partito bene con il primo posto a Marina di Pietrasanta poi con solo due tappe di campionato questo era un ottimo punto di partenza per finire bene l’anno. Erano 3 anni che arrivavo a un passo dal primo posto, piazzandomi sempre secondo.
Pensi che la decisione di Ponzanelli di allentare la sua presenza alle gare abbia favorito la tua vittoria del titolo?
Di sicuro Ale è uno dei migliori se non il più stiloso longboarder d’Italia, con uno stile classico da far paura, anche a livello internazionale; non averlo in gara a Marina di Pietrsanta a dir la verità mi è dispiaciuto, perché sapevo di confrontarmi senza uno dei favoriti, ma si era dovuto focalizzare sull’organizzazione dell’evento voluto fortemente da lui e organizzato con il suo surf club. Il fatto di non averlo in acqua forse da un lato mi ha favorito, ma al contrario mi sembrava di essere molto bloccato nella surfata, non riuscivo a surfare come volevo, forse perché mi sentivo obbligato a vincere.
Chi sono secondo te i longboarder più forti e stilosi attualmente in italia?
In Italia tra i più forti sicuramente Ponzanelli, Mazzuchelli, Mastino, Colombini poi ci sono le nuove leve, con cui nei prossimi anni sarà ancora più bello confrontarsi perché già quest’anno davano del filo da torcere ai “big”. Sono Marco Boscaglia, Simone Ferri e i nuovi out siders Nicola di Tonto e Paolo Ursi. Di sicuro tra tutti questi nomi non posso non citare il mio carissimo amico Fabrizio “Bix” Gabrielli che di sicuro sarebbe stato uno dei più forti da battere se non avesse lasciato le competizioni e il grande Alessandro Merli uno che con il long e con il sup fa spavento.
Dunque difenderai il titolo quest’anno?
Ovvio!!! E spero di metterci anche qualche altra bella tappa di europeo.
Quali sono gli spot migliori per il longboard in italia e quali tra le tappe del campionato ti piace di più come posto, persone, onde ecc..?
In Italia ci sono un’infinità di bellissimi spot da long, il mio preferito anche se penso poco conosciuto è il mio home spot, il porto di Riccione, che quando le secche sono al top, lo scirocco srotola le sue lunghe destre creando delle onde lunghe e perfette, con delle giornate fantastiche che rimangono nella testa per molto tempo. Altri spot davvero magici sono la Sardegna e la Sicilia, di sicuro la prima più conosciuta da tutti per i suoi spot davvero a livello mondiale, mentre la seconda per l’appunto meno nota, nella zona di Agrigento, dove si svolge una classica tappa del campionato; ogni anno ci regala condizioni fantastiche con ogni tipo di swell, con point destri e sinistri infiniti, i locali sono davvero tranquilli e gentilissimi e poi dopo le session si fanno delle mangiate tutti assieme davvero stepitose!
Chi vedi favorito al titolo di campione long 2011?
Di sicuro Ponzanelli e con lui Mazzuchelli che surfano sempre da paura e sono sempre in forma. Poi ci sono i giovani che ad ogni gara stanno arrivando sempre più vicini al gradino più alto del podio, come Boscaglia, Ferri, Ursi, Di Tondo, e spero e credo che ce ne siano ancora molti altri. Con questo spero però di non portare sfiga a nessuno 🙂
E’ cambiata in qualche modo la tua vita dopo il titolo? Sponsor, proposte ecc….
La mia vita non è cambiata assolutamente, è sempre la solita vita alla ricerca di un po’ d’onda da qualche parte; l’unico aspetto che un po’ mi turba è che il 2 Novembre 2010, giorno in cui ho vinto il titolo, è venuto a mancare il mio eroe Andy Irons e lo stesso giorno, l’anno precedente, venne a mancare una persona molto importante per me, mio Nonno, il quale è sempre stato molto orgoglioso di me e mi ha sempre spinto a perseguire i mie obbiettivi, ed è a lui che dedico questo risultato.
Concludi pure sdebitandoti con chi di dovere…
La lista dei ringraziamenti sarebbe infinita, più lunga di quanto ho detto in questa intervista, e penso di aver parlato già abbastanza. Ringrazio tutti quelli cha hanno letto fino a questo punto, poi te Roby e Surfcorner.it per l’intervista e per il tempo che mi hai dedicato, poi ringrazio tutte le persone che hanno sempre creduto in me, ringrazio Teto, Michy, Erry, Andrea e il mitico President Andrea Tordi per avermi sempre incoraggiato e aiutato in questo stupendo sport, ovviamente i miei sponsor Billabong e Von Zipper, in particolare, Massimo Bettazzi e Alessio Ranallo per il supporto e per avermi fatto incontrare i mie eroi Andy Irons e Dave Rastovish (grazie ancora), tutti i miei amici che mi incoraggiano sempre, e non vedono l’ora che vinca qualcosa per fare casino. Ringrazio davvero di cuore la mia Paola per sopportarmi sempre anche quando dico che sto un’ora in acqua invece alla fine esco dopo 3 ore; e un grazie enorme alla mia fantastica family, siete unici.
Grazie a tutti. Ci vediamo presto…in mare!!!
grande matteeee!!!!!!questo titolo te lo sei strameritato!!!continua così pawerrrrrrr!!!!!!!