Proprio oggi riguardando il film Riding Giant pensavo a quanto siamo fortunati ad aver incrociato il Surf nella nostra vita, un giorno Kelly Slater disse « È fatta, una volta che sei un surfista, è fatta. Sei entrato nel giro. È come entrare a far parte di una banda o qualcosa del genere. Una volta dentro, non puoi più uscirne ». Ti basta leggere gli occhi di uno di noi per capire che IL SURF NON E’ UNO SPORT, E’ VITA.
Assecondare una forza lontana e già quì, concentrare attimi, uno sull’altro, ordinati. E poi esploderli tutti, nello stesso perfetto blu.
Sponsor, contratti, soldi; errori, vittorie, conferme; marchi colori, viaggi, Mai abbastanza veloci, Mai abbastanza potenti, Mai abbastanza bagnati.
Forse è una danza, forse un gioco, un’esibizione, un richiamo. Per me è solo acqua, potentissima ed innocua.
Questo vetro è dispari, io non mi vedo, voi si, non sono sicuro di voler essere giudicato.
Distinguerci, tra i banchi di scuola, al lavoro, con le donne. Vincere, Perdere, cosa importa. Ho solo bisogno di un po’ di surf, anche qui dove il mare è un pretesto che assomiglia ad una strada, una strada dove la gente beve spritz e butta mozziconi.
Non sono i secondi in piedi, è l’attimo prima di alzarti, e quello dopo, esausto.
Non è un cammino difficile, è tortuoso e lungo, a volte. Ma non difficile, difficile è fare qualcosa che non si vuole fare, difficile è fare e ricevere le condoglianze, difficile è ingurgitare un piatto di cavolini di Bruxell, difficile è fare i compiti di matematica. Non è un cammino preciso, non pretende direzioni nette, spesso è un tornare indietro, mordersi la coda. Gli ultimi metri sono i più difficili, Quando se ne sta la dietro, non considera le curve che hai fatto, è un nascondino ansiolitico, ma, affrontata l’ultima, è li a sorridere una gioia di linee, che tutto va bene, che non c’è più nessun problema, che si ride e si urla e la festa comincia.
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