Sembra non siano solo voci quelle relative alla possibile realizzazione di basi per lo studio dell’estrazione petrolifera al largo di Fuerteventura e Lanzarote da parte della compagnia nazionale Repsol.
La questione in realtà nasce molti anni fa, ma era rimasta sopita fino ai recenti rinnovamenti della compagine governativa spagnola a seguito del periodo di grande crisi che sta colpendo molte nazioni europee. A quanto pare infatti Joze Manuel Soria, ministro dell’industria, energia e turismo ha riaperto il dibattito sulla ricerca del petrolio al largo delle coste di Lanzarote e Fuerteventura.
Senza considerare il fatto che le Canarie vivono principalmente di turismo e un eventuale disastro derivante da queste esplorazioni sarebbe devastante per l’economia locale, e senza considerare che parte dell’area interessata appartiene alla Natural Reserve of Biosphere e che nel 2004 l’Organizzazione Internazionale Marittima ha dichiarato questa parte dell’oceano “particolarmente sensibile”, il ministro ritiene che l’estrazione di petrolio, se fosse trovato, potrebbe essere d’aiuto in questo momento di crisi economica.
Gli impianti della Repsol sarebbero realizzati a 23-28 km al largo di Lanzarote e a 13-48 km al largo di Fuerteventura. Mentre il governo della Spagna sta spingendo l’approvazione di questo progetto, movimenti di opposizione locale sono nati per contrastare e impedire l’avvio del progetto, come la petizione da parte di Clean Ocean Project, un’associazione che risiede a Fuerteventura da oltre 10 anni finalizzata alla tutela dell’ambiente.
Per firmare la petizione: www.cleanoceanproject.org
Altri link utili: no0ilcanarias.wordpress.com
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