Kelly Slater parla delle nuove norme antidoping del circuito ASP sollevando perplessità sulla relazione tra doping e performance in uno sport come il surf.
Lo scopo dell‘introduzione di queste norme ovviamente è quello di dare un’immagine più pulita a questo sport da sempre associato ad un certo stile di vita, con gli atleti professionisti impegnati a trovare l’equilibrio tra party e performance.
L’opinione di Kelly è semplice: “La normativa non mi disturba, solo non sono a conoscenza che il doping possa portare miglioramento delle performance nel surfing. Il surf è fatto di talento, non si tratta solo di velocità o potenza.” “non credo che qualche droga possa aiutarti a vincere una heat, mentre se si tratta di correre in pista probabilmnete può farti andare più veloce” “Il surf è un po’ differente.”
La nuova politica anti-doping dell’ASP prevede test sia per le sostanze illegali che per quelle dopanti. I trasgressori rischiano un minimo di 1 anno di esclusione dal circuito.
Slater è confuso anche sul trattamento della marijuana come sostanza dopante che aumenta le prestazioni: “Qualcuno sarà arrestato durante il tour? Potrebbe succedere,” ha dichiarato prima dell’apertura della stagione. “Sarebbe incredibile. Voglio dire, per lui sarebbe brutto ed imbarazzante.” “Ovviamente non si può minimizzare sulla presenza delle droghe nel mondo del surf. Ma per quanto riguarda gli effetti sulla competitività non posso dire che ce ne siano. Ci sono tuttavia degli standard che dobbiamo alzare visto che siamo dei professionisti, quindi dobbiamo accettare l’introduzione del test”.
Mentre è ancora indeciso se partecipare al Tour di quest’anno l’11 volte campione del mondo si augura che la sua lunga carriera ispiri altri surfers professionisti a non mollare troppo presto.
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