Il susseguirsi delle voci nelle settimane scorse e l’ultimo attacco di squalo avvenuto in Australia poco meno di un mese fa, unitamente al picco della stagione balneare, si sono concretizzati nelle intenzioni del governo del Western Australia di far partire una campagna antisqualo a partire dal prossimo gennaio fino ad aprile. Insorgono gli ambientalisti che minacciano già di sabotarla.
Dopo 7 attacchi mortali in tre anni e numerosi avvistamenti, il governo del Western Australia è sceso in campo con una campagna antisqualo particolarmente aggressiva che mira alla cattura e all’uccisione degli esemplari superiori a tre metri, attraverso il posizionamento di linee di ami ed esche sospese a barili galleggianti alla distanza di un chilometro da riva.
La campagna sarà attiva da gennaio ad aprile e per coloro che saranno sorpresi a sabotarla o danneggiarla sono previste multe fino a 13.500 euro (20.000 dollari australiani). Un abbattimento incontrollato secondo gli ambientalisti che temono il crollo del numero di squali già in pericolo a causa della pesca indiscriminata da parte dei pescatori per rivenderne le pinne, piatto prelibato in Cina.
Molti esperti considerano del tutto inutile e controproducente la sistemazione di ami con esche che potrebbero fare da “attrattiva” per gli squali e suggeriscono invece l’uso di grandi reti che facciano da barriera fisica.
Il numero degli squali che resterebbe ucciso sarebbe certamente minore anche se la manutenzione delle reti sarebbe certamente più onerosa.
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