Our God is a Surfer è il nome del progetto del surfista e fotografo salentino Danilo “Dom” Calogiuri, un documentario sul conflitto tra Israele e Palestina per raccontare un’altra realtà, mostrare e dimostrare che una speranza e un’alternativa ad una vita piena di conflitti, c’è. E quest’alternativa viene dal mare!
Nell’immaginario comune, ormai influenzato solo dalle notizie che i media trasmettono quotidianamente,
la situazione Israelo – Palestinese è in una fase di conflitto irreversibile. Entrambi i popoli rivendicano il diritto di occupare quelle terre con un proprio stato indipendente, il problema principale è che l’uno non accetta l’esistenza dell’altro.
Con questo documentario, Dom Calogiuri si propone di provare a raccontare anche un’altra realtà, mostrare e dimostrare che una speranza e un’alternativa ad una vita piena di conflitti, c’è. E quest’alternativa viene dal mare!
Immaginate una linea di separazione tra bene e male, una linea oltre la quale si convive in modo
pacifico e chiamatela ‘line up’ (nel gergo del surfista è il punto in cui comincia a frangere l’onda, ovvero in cui è possibile iniziare a surfare). Israeliani e Palestinesi si ritrovano qui, nello stesso mare, ad aspettare la stessa onda, in pace, come se gli attacchi sulla terra ferma non esistessero.
In quel momento non ci sono bombe ma solo voglia di sentirsi più liberi.
Di questo progetto vi abbiamo già parlato tempo addietro (leggi qui l’articolo) ai suoi esordi, ma ora è iniziata una nuova fase. Nella prossima fase il reporter Danilo Dom Calogiuri vuole ripercorrere le orme di Dorian «Doc» Paskowitz, (3 Marzo, 1921 – 10 Novembre, 2014) Ebreo Californiano guru per i giovani surfisti Gazawii e per tutti quelli che credono e ripongono anche una piccola speranza in questa cultura.
“Il vento della costa è più forte del vento dell’Islam. A farlo soffiare per il verso giusto fu un tosto californiano di 89 anni: Dorian «Doc» Paskowitz, ebreo, una vita sulle onde del Pacifico, pioniere del surf nell’Israele del 1956 («fui il primo, sulla Frishman Beach di Tel Aviv») e profeta a Gaza nel 2007.
Qui cavalcavano le onde i coloni israeliani, finché non se ne dovettero andare. I palestinesi, niente: «Un giorno ho visto una foto sul Los Angeles Times – racconta Doc – c’erano due ragazzi con un surf mezzo scassato. Ho deciso che si doveva fare qualcosa». Doc attraversò il mondo e una mattina si presentò al valico di Erez con quindici tavole nuove di zecca.
I soldati israeliani erano basiti: «Dissi: non vorrete fare un torto a un vecchio ebreo che vuole insegnare
il surf? Mi fecero passare»”. (tratto da Il Corriere della Sera 2010)
Raccontare le storie, attraverso interviste, di ragazzi come Ahmed, Khaled del “GAZA SURF CLUB”, o Guy artista e surfista Israeliano che grazie al surf riescono ad evadere dalla realtà cruda che tutti conosciamo.
I vari video e reportage fotografici, sono tutti tasselli che compongono il documentario visionabili attraverso i social sulla pagina fb: https://www.facebook.com/ourgodisasurfer o attraverso l’Hastag #OurGodIsASurfer o ancora sul blog www.whiroo.it
L’idea di questo progetto nasce alla conclusione di un lungo viaggio effettuato da Danilo Calogiuri attraverso il medioriente. Dopo aver attraversato la Syria, gia devastata dalla guerra, Dom si è fermato in Israele e visitato la Cisgiordania, qui ha maturato la decisione di non voler raccontare più i conflitti attraverso classiche storie di morte e sofferenza, ma farlo attraverso storie alternative, di speranza e vita comune, quindi attraverso lo sport.
Il documentario è autoprodotto, supportato nelle varie fasi da sponsor tecnici come Bilora e da agenzie per la comunicazione. La velocità dell’uscita delle varie puntate dipende molto da chi crede nel progetto e decide di continuare o cominciare a supportarlo.
A Gaza e Israele il tempo è fermo da decenni. La quotidianità dell’individuo è ostaggio dei conflitti che giorno dopo giorno violentano queste terre. Eppure anche in questi luoghi sfregiati da Dio ci sono storie da raccontare. Storie scritte nelle scie lasciate da tavole resinate, che parlano con l’accento della risacca.
Ragazzi e ragazze sulle spiagge si spogliano delle fedi polverose che gravano sulle loro spalle per abbracciare una tavola e unico credo comune, più semplice, libero, primordiale, che li unisce nelle onde.
La legge del surf.
Conflitti, morte, violenza, oppressione si infrangono contro le onde perdendo immediatamente consistenza, diventando un eco lontano.
Perché fra le onde non c’è Dio, non c’è religione, politica, estrazione sociale. C’è solo il “flow”.
Perché nel mare ci sono solo fratelli e sorelle.
Danilo “Dom” Calogiuri
Segui il progetto sulla pagina facebook.com/dom197