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The Owen Wright Story

Dall’aver rischiato la vita ad essere tornato il numero 1 al mondo. La storia di Owen Wright è una di quelle che si merita il lieto fine.

La storia di Owen Wright è una delle storie più emozionanti a cui abbiamo avuto il piacere di assistere negli ultimi anni, se non LA più emozionante. Dall’aver visto la morte in faccia fino ad essere tornato a vincere, e più forte di prima, ne è passata di acqua sotto le poppe, per la precisione è passato quasi un anno e mezzo.

Era la fine del 2015 e Owen Wright si trovava alle Hawaii per il Pipe Masters. Un incidente banale, a volte sono i peggiori perchè avvengono quando hai le difese abbassate e meno te l’aspetti. Stava remando fuori quando è stato travolto dalla schiuma durante una session di freesurf, un colpo alla testa sul reef, apparentemente senza conseguenze, ma dopo alcune ore le sue condizioni peggiorano e viene trasportato urgentemente all’ospedale. La diagnosi è trauma cranico con emorragia cerebrale.

Tutto a un tratto la vita di Owen Wright si ritrova davanti a un bivio, la sua stessa vita è a rischio e non si sa nemmeno se potrà tornare a surfare. “Non riesce nemmeno a parlare, è come se il suo corpo fosse completamente svuotato. Qualcosa di spaventoso da vedere”, aveva commentato uno dei suoi migliori amici, Matt Wilkinson, con il quale per ironia della sorte ha condiviso recentemente la finale a Snapper Rocks, la prima tappa del World Tour che ha sancito il suo ritorno a tempo pieno nella WSL, cosa impensabile solo poco più di un anno fa.

Per tutto il 2016 Owen ha dovuto affrontare un lungo e faticoso percorso di riabilitazione fino a dover praticamente imparare a surfare per la seconda volta. Le prime uscite su una softboard sono state dei fallimenti, non riusciva nemmeno a mettersi in piedi sulle sue stesse gambe. Intanto, poche le notizie, solo alcune sporadiche indiscrezioni sulla gravità del suo incidente, non ci sono stati annunci pubblici né aggiornamenti sulla sua salute, mentre i famigliari cercavano di capire cosa fosse meglio per Owen per riottenere la sua vita indietro.

 

 

A Marzo il primo posto di Owen su Instagram, a settembre il primo footage dei progressi sulla tavola. Poco altro. Ma la tenacia sembra essere intrinseca nel DNA della famiglia Wright, che con la sorella Tyler ha portato a casa nel frattempo un titolo mondiale nel femminile, dedicato ovviamente al fratellone. Owen nel frattempo si è fatto una famiglia tutta sua, con il suo primogenito, e nel frattempo ha continuato a fare progressi sul surf.

Prima di Snapper ha fatto il suo primo test nel surf professionistico durante il Maitland and Port Stephens Pro. Si è presentato fisicamente e visibilmente provato, molto dimagrito rispetto all’Owen a cui eravamo abituati, ma ha vinto la sua prima heat alla grande e poi è uscito subito al terzo round. Agli Australian Open non si è ripresentato e non era sicura la sua partecipazione al World Tour fino a pochi giorni prima dell’inizio.

Il resto è storia, Owen ha dominato il Quiksilver Pro, vincendo la finale proprio contro l’amico che gli è stato sempre vicino per tutto questo anno abbondante in cui ha dovuto stringere i denti e tirare fuori tutta la forza di volontà che aveva per tornare ad essere quello di prima.

“Voglio dedicare questo successo anche al mio avversario, Wilko” ha dichiarato Owen, “Lui c’è sempre stato, era con me quando è successo, poi durante ogni step della riabilitazione. L’amore della mia famiglia, il supporto di colleghi e fans: sono questi i fattori del mio ritorno, sono qui grazie a loro”.

E sebbene il nostro cuore sarà sempre sbilanciato verso il nostro portacolori Leonardo Fioravanti, la storia di Owen Wright è una di quelle che merita il lieto fine e gli auguriamo sinceramente di riprendere da dove aveva interrotto per aggiungere un titolo mondiale di fianco a quello della sorellina Tyler, a cui è dedicata la puntata di Australian Story qui sotto.

In bocca al lupo Owen!

 

 

 

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