L’iconico fondatore del famoso brand di mute e padre della muta moderna è morto all’età di 94 anni per cause naturali nella sua casa di Santa Cruz.
Impossibile non riconoscerlo, Jack O’Neill è sempre rimasto fedele alla sua lunga barba e alla benda sull’occhio sinistro, al quale aveva subito un incidente col windsurf.
Jack O’Neill è stato il fondatore di uno dei primi surf shop nel 1959 a Cowell Beach, ora riconosciuto come punto di interesse storico in California, ma è passato alla storia per avere inventato le prime mute in neoprene, con lo scopo di prolungare le session in acqua nelle acque fredde del nord della California, dove viveva.
Nato a Denver e cresciuto a Long Beach, la sua idea di muta in neoprene ha rivoluzionato il mondo del surf. Jack viveva a Santa Cruz, dove ha ancora sede l’azienda, ed è venuto a mancare la mattina di venerdì 2 giugno per cause naturali, come riferito dai famigliari.
In un profilo dedicatogli nel 2013 in occasione del 60esimo anniversario della muta, O’Neill ricordava alcuni aneddoti. Inizialmente i surfisti erano soliti bruciare vecchi copertoni in spiaggia per tenersi caldi. Quando si presentò con il primo prototipo di muta sulla line up, venne preso in giro e si sentì dire che sarebbe fallito in breve tempo.
Prima di inventare la muta, O’Neill si era dedicato alla costruzione di tavole da surf a partire dai primi anni ’50, dopo essere stato licenziato dal suo lavoro a San Francisco poichè, di ritorno dalla session al suo ufficio, l’acqua che gli usciva ancora dal naso aveva macchiato alcuni documenti.
Nel 1952 aprì il primo surf shop a San Francisco. Pochi sanno che O’Neill è ancora detentore del marchio registrato “surf shop”, ma non ha mai fatto valere questo suo diritto in sede legale quando, dopo di lui, decine e decine di surf shop hanno aperto nelle decadi successive.
Il brand O’Neill è poi diventato una delle più grosse aziende di surf del settore, evolvendosi dalle mute all’abbigliamento. L’industria surf ancora non esisteva, il suo scopo non era diventare ricco o fare soldi, ha dichiarato il direttore della comunicazione di O’Neill Wetsuit, Brian Kilpatrick, nel 2013.
I primi tentativi, prima di inventare la muta in neoprene, contemplavano l’utilizzo di una schiuma in PVC all’interno dei vestiti, ma questa assorbiva l’acqua. Successivamente tentò con una giacca rivestita in plastica all’esterno per evitare l’assorbimento dell’acqua dalla schiuma. Anche questo si rivelò inattuabile, sia perchè non durevole, sia perchè i movimenti erano molto limitati.
Finchè un amico che lavorava in un laboratorio gli suggerì di utilizzare un materiale chiamato neoprene e fu così che sperimentò la prima muta in neoprene. Ma negli anni ’50 non c’era un gran mercato per la sua creazione nel nord della California, visto che poteva passare anche più di un mese senza incontrare nessuno in acqua, tanto pochi erano i surfisti. Nemmeno i magazine esistevano ancora, così Jack O’Neill dovette essere creativo per far conoscere in giro la sua invenzione. Prese i suoi figli e li vestì con una muta, mettendoli sopra dei blocchi di ghiaccio durante le fiere sportive, per mostrare come potevano resistere tranquillamente al freddo.
Nel 1953 anche Body Glove, compagnia basata a Manhattan, cominciò a sperimentare le mute in neoprene. Con poche compagnie nel settore surf, ci vollero anni affinchè O’Neill perfezionasse la sua creatura, passando da un giacchetto a una long john, a una muta primaverile e infine alla muta integrale.
Negli anni 50 non c’era concorrenza. A quei tempi non esisteva ancora il leash, e i surfisti che perdevano la tavola dovevano nuotare per recuperarla, e i vestiti di lana zuppi d’acqua pesavano e li trascinavano sul fondo. La notizia dell’invenzione di O’Neill cominciò a diffondersi e i surfisti cominciarono a chiamarlo da ogni parte del mondo.
La prima muta integrale, chiamata “Animal Skin” rimase un best seller per i 30 anni successivi.
Negli anni 60 la cultura surf cominciava ad evolversi e sempre più surfisti si incontravano in acqua, cercando di stare caldi anche nei mesi invernali. Negli anni 70, anche Rip Curl, compagnia basata in Costa Mesa, cominciò a mettere in commercio le mute in neoprene, e a partire dagli anni 80 pressochè ogni compagnia surf aveva il suo modello di muta.
Se molti surfisti ringraziavano O’neill per aver inventato la muta, atltri, dall’altro lato, accusavano O’Neill di aver moltiplicato il numero delle persone in acqua. “Sono stato accusato di aver creato più affollamento, ” ha dichiarato O’Neill in un’intervista, “I ragazzi amano avere le proprie onde tutte per sè”.
Jack O’Neill divenne un’icona del surf, continuando a surfare e poi iniziando anche il windsurf. Nel 1972, un incidente sul surf gli costò l’occhio sinistro, che, bendato, divenne il suo marchio di fabbrica.
Oggi il mercato delle mute rappresenta una grossa fetta del surf business e O’Neill rimane una delle aziende più grosse del settore. Il figlio Pat O’Neill è tutt’ora il CEO della divisione O’Neill Wetsuit.
R.I.P Jack O’Neill
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