Dite la verità…Quante volte avete snobbato quelle condizioni di mare inguardabile, ventoso, per nulla allettante, condito dal cielo grigio, il vento freddo e le temperature invernali? Con uno slancio filosofico potremmo trasformare tutto questo in poesia con poche parole, ma è inutile negarlo, poichè anche noi spesso siamo i primi a farlo. Eppure quando la scimmia diventa incontenibile non si guarda in faccia a niente, e chi nonostante tutto decide di buttarsi è sicuramente degno di stima. Lorenzo Baronti e Tommaso Orlandi di Boardiary raccontano di giornate e situazioni che tutti prima o poi abbiamo sperimentato e questo è il racconto della loro Dirty Session toscana.
DIRTY SESH
Era da qualche giorno che tenevamo d’occhio questa mareggiata, non era niente di particolare ma capitava proprio di Domenica e avrebbe potuto attivare alcuni fra i nostri spot preferiti nel Sud della Toscana. Tre diversi modelli concordavano sulla provenienza della swell da Sud, sullo Scirocco abbastanza teso e sul periodo di 7 secondi, noi eravamo invece d’accordo sul trovarci la mattina e partire già sapendo di dover andare a cercare spot riparati, che comunque sarebbero risultati ventosi. Con l’astinenza e la voglia di evadere dalla città che ci pervadevano, anche condizioni pessime ci avrebbero soddisfatto.
Il van viaggiava veloce in autostrada, mentre ci perdevamo per l’ennesima volta nella bellezza dei campi che si distendono a perdita d’occhio e che ci accompagnavano ogni volta al mare, chiedendoci se la scelta di fidarci solamente delle previsioni fosse stata quella giusta, data la mancanza di webcam e di contatti vari in quella zona, alla fine ci accontentavamo di qualche parete, niente di speciale.
Dato che il tramonto di gennaio non perdona nemmeno un minuto perso, decidiamo di non fermarci per troppi check lungo la costa, ma di puntare direttamente allo spot più riparato della zona, avvisati anche dal continuo muoversi di alberi e bandiere fuori dal finestrino.
Già dal ponte che conduce allo spot notiamo il mare increspato, bianco, le onde sono una confusione totale, piccole e mosce (ma si sa, quando entri in acqua, è sempre più grosso di come sembra dalla spiaggia), i nuvoloni all’orizzonte non fanno passare molta luce, rendendo il paesaggio non buono per fare qualche scatto.
Certo, potevamo sperare in condizioni migliori, ma noi siamo già contenti quando vediamo che non è piatto, che qualcosa c’è ed è surfabile, non importa se la maggior parte delle onde sono chiusoni, se lo Scirocco picchia duro, quello che conta è entrare in acqua dopo tanto tempo.
Calzari, muta, guanti e cappuccio, qualche minuto e siamo già in line-up, condivisa con un paio di kiters locali. E’ proprio vero che una volta in acqua la misura è maggiore di quella percepita da fuori, infatti la tavoletta non fatica troppo a partire sul metro scarso, anche se per le sezioni choppy un bel biscotto non avrebbe fatto male.
Surfare in questi spot nella parte meridionale della Toscana è fantastico: i paesaggi che ammiri dalla line-up sono davvero suggestivi, soprattutto d’inverno quando molti posti sono deserti e il mare non è infestato da barche e traghetti.
Peccato per la qualità dell’acqua, che con l’arrivo di mareggiate abbastanza intense mostra il lato oscuro dell’attività umana in questo mare, portando a riva secchi, bottiglie, buste e quant’altro; come se non bastasse in questo periodo dell’anno, in cui la costa non è molto frequentata, alcune imponenti fabbriche costruite a poche decine di metri dalla riva intensificano la loro produzione, e di conseguenza i loro scarti, che si vanno a riversare anche in acqua.
Nonostante questo, la session scorre in maniera piacevole, le onde non mancano e al tramonto le nuvole lasciano un po’ di spazio al sole, permettendoci di portare a casa qualche scatto.
L’astinenza è stata colmata e ancora una volta ci rendiamo conto che, nonostante le onde non siano sempre quelle desiderate, il Mediterraneo ripaga sempre la fiducia accordata concedendoci una surfata.
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