Nonostante il surf possa sembrare uno sport pericoloso, recenti studi affermano il contrario. Gli studiosi sono giunti a queste conclusioni analizzando i tipi di infortuni occorsi ai surfisti ed ai calciatori o ai giocatori di basket a livello agonistico. I risultati sono stati poi pubblicati sul numero di Gennaio 2007 dell’American Journal of Sports Medicine.
Il principale autore della ricerca, Andrew Nathanson, ha affermato che il surf ha un fattore di rischio relativamente basso, se paragonato a quello di chi pratica calcio o basket, ed oltre ad essere meno frequenti, gli incidenti ai surfisti sono anche meno gravi. Si tratterebbe di soli 6,6 infortuni significativi per 1000 ore di pratica
Andrew Nathanson, del Rhode Island Hospital’s Injury Prevention Center, e la suq equipe di ricercatori, sono giunti a questi risultati monitorando i dati relativi a 32 campionati mondiali di surf, sia amatoriali sia professionali, analizzando ogni singolo infortunio registrato durante le competizioni e confrontandolo con la dimensione dell’onda, dinamica dell’infortunio e trattamento. Gli infortuni più frequenti sono stiramenti e strappi agli arti inferiori, in particolar modo alle ginocchia. Ciò sarebbe dovuto a curve radicali e aerials aggressivi, che danno alti punteggi nelle competizioni, e che mettono sotto elevato stress l’arto in questione.
I risultati del recente studio si pongono in antitesi con un altro precedente studio dello stesso Nathanson, condotto su surfisti in free surf, secondo il quale gli incidenti più frequenti erano invece costituiti da tagli e contusioni. Questo tipo di infortuni sarebbe invece al secondo posto quando si tratta di surf durante le competizioni. Tali incidenti sono causati principalmente dal contatto con la tavola o con un’altro surfista.
Il motivo per cui i tagli sono meno comuni durante le competizioni è dovuto al fatto che l’atleta in gara si trova in una situazione di maggior controllo rispetto all’atmosfera in cui si trova durante il free surf. Inoltre durante la gara in acqua ci sono meno surfisti, mentre durante il free surf l’atleta si trova a dover prendere le onde in situazioni di maggior affollamento costituito da surfisti di differenti capacità.
Dall’analisi pubblicata su American Journal of Sports Medicine è risultato infine che uomini e donne incorrono in questi incidenti con la stessa probabilità, l’età e il genere non fanno differenza. A fare la differenza sono invece la dimensione dell’onda e il tipo di fondale.
Nathanson conclude affermando che per ridurre il rischio di infortuni occorre buona forma fisica e conoscenza dello spot, oltre che un livello di surf adeguato alle condizioni e dimensioni d’onda.
A cura di Surfcorner.it
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