Lo scorso 26 dicembre 2004 uno Tsunami si è abbattuto sulle coste dell’Indonesia, Sri Lanka, India del sud, Tailandia e altre regioni dell’oceano indiano causanto morte e danni fino alle coste orientali dell’Africa. Lo Tsunami ha causato 216.000 morti, lasciando milioni di persone senza casa. L’Indonesia si stima essere stata la più colpita con 130.013 persone classificate dal governo come morte o scomparse, poi Sri Lanka con 30.957, India con 12.405 di cui 3874 ancora dispersi. Il governo Indiano ha affermato che 157.393 case sono andate distrutte, 83.788 barche danneggiate, 39.035 ettari di terreno divenuti inutilizzabili. In Tailandia le morti confermate sono 5.393 mentre 2.817 le persone ancora disperse. Il Myanmar riporta 61 morti, le Maldive 82, la Malesia 68, infine 298 la Somalia, 10 la Tanzania e 1 il Kenya.
Ad un anno di distanza da uno dei peggiori disastri naturali che l’uomo ricordi, il processo di ricostruzione continua, talvolta a rilento, mentre nelle varie regioni colpite si sono svolte cerimonie commemorative alle quali hanno partecipato molti dei sopravvissuti e parenti delle vittime, tornati per l’occorrenza nelle zone interessate.
Tantissime sono le organizzazioni umanitarie che si sono attivate per raccogliere fondi da impiegare nel processo di ricostruzione, nonostante ciò molte persone vivono un profondo sentimento di frustrazione causato dal mancato arrivo degli aiuti promessi. E’ il caso della regione di Banda Aceh, dove i fondi per la ricostruzione dei villaggi non sono mai arrivati, come rileva il 32enne Zoelfitri (leggi l’articolo completo cliccando qui).
Nel corso dell’anno passato tantissime sono le storie emerse, da quella che riguarda il piccolo Tsunami, che oggi compie un anno, nato la mattina stessa del disastroso evento dopo che la madre, incinta di nove mesi, è riuscita a fuggire il più lontato possibile in un luogo sicuro dove poi ha partorito il bimbo (leggi la storia cliccando qui), fino a quella del meteorologo tailandese Dr. Smith Dharmasaroja che già nel 1998 aveva predetto l’accadimento. Il Dr. Smith infatti, basandosi sulla ciclicità di questo tipo di eventi aveva previsto dal 1998 la possibilità che uno tsunami avrebbe colpito nel 2004 la Tailandia ed aveva informato con una lettera il governo, che ora è accusato di negligenza dai parenti delle vittime. Ora il Dr. Smith è tornato a lavorare per il governo Tailandese, ed ha previsto che uno Tsunami potrebbe colpire Singapore e la Malesia in quanto il ciclo sarebbe già scaduto.
Link utili:
www.medicisenzafrontiere.it
www.emergency.it
www.savethechildren.it
www.surfaidinternational.org
www.tsunami.org
www.tsunamisurfrelief.co.uk
www.ingv.it
www.amisnet.it
www.asianews.it
Raccolta video Tsunami
www.asiantsunamivideos.com
Libri
“Tsunami: scusate se non sono uno scrittore, ma un sopravvissuto” di Luciano Butti (Diple Edizioni) – Parte del ricavato di questo libro sarà devoluto ai sopravvissuti di Phi Phi Island
www.phiphiisland.org
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