Surfcorner.it – Ogni anno con l’arrivo della bella stagione le amministrazioni comunali vengono risvegliate dalla voce dei bagnini che reclamano metri di spiaggia scomparsi sotto i colpi delle ultime mareggiate invernali.
Questo succede pressochè in tutta Italia, dove ci siano coste sabbiose esposte a mareggiate. In queste località esistono tutt’ora diversi progetti e stanziamenti di fondi per la realizzazione di opere, come barriere soffolte, per bloccare l’azione delle mareggiate e preservare la spiaggia.
Così è stato fino ad ora, poichè si era sempre ritenuto che la soluzione al problema dell’erosione della spiaggia fossero i “muri” di scogli. Ed è per questo che in diversi tratti delle coste italiane esistono chilometri di barriere, emerse o soffolte che siano, erette negli anni passati nella speranza di risolvere il problema.
Problema che però non sembra essere stato risolto dalle barriere e in molti casi non ha fatto altro che spostarsi di qualche chilometro più avanti, dove le barriere terminavano.
Da qualche tempo sembra essersi risvegliata questa coscienza, che ha portato a valutare progetti alternativi alle barriere di scogli.
Abbiamo assistito alle buone intenzioni dell’amministrazione laziale, che al Km.58, dove lo spot Tre Zeppi era stato eliminato da barriere di scogli, aveva vagliato la proposta di realizzazione di un reef artificiale che restituisse non solo le onde ai surfisti, ma anche una migliore qualità dell’acqua, imputridita dalle barriere realizzate senza criterio.
Altri progetti di reef sono stati ventilati in Liguria e Toscana, ora tocca alla Romagna, dove alla proposta di realizzazione di un reef artificiale si aggiunge un elemento di novità.
Martedì 7 aprile, l’Acquario Le Navi di Cattolica ha ospitato la conferenza “Ripartiamo dal Mare” all’interno della quale si è parlato dei progetti relativi alla costa, tra i quali il ripascimento della costa stessa ed è stato presentato un progetto di reef artificiale (ASR, Artificial Surfing Reef) per la qualificazione e fruizione della costa.
Una delle novità riscontrate durante la conferenza è stata la presa di coscienza che i lavori riguardanti la costa devono necessariamente tenere conto non più solo del singolo problema da risolvere, in questo caso l’erosione della costa, ma avere una visione più ampia, nell’ottica di una gestione integrata delle zone costiere.
Questo significa che nel combattere l’erosione costiera non basta semplicemente ereggere una barriera. Occorre invece tenere conto di altri problemi conme quello della qualificazione delle acque (e in questo senso è stato portato l’esempio, negativo, del Km. 58 di Santa Marinella, dove la qualità dell’acqua è notevolmente peggiorata con le scogliere emerse che hanno chiuso lo spot).
Gli interventi non devono essere più solo settoriali, ma valutare gli effetti a catena del singolo intervento sulle zone limitrofe. Occorre quindi analizzare gli aspetti del problema in maniera integrata, guardando non solo alla preservazione delle zone costiere ma anche dell’ambiente marino.
E’ stato emozionante ascoltare il dott. Alberto Lamberti e la dott.sa Barbara Zannutigh dell’Università di Bologna “spiegare” il surf davanti ai rappresentanti dell’amministrazione comunale per sostenere il progetto di realizzazione di un ASR, che abbia la duplice funzione di generare onde surfabili durante le mareggiate e quella di un parco marino fruibile dagli amanti delle immersioni, durante i giorni di piatta.
L’ASR, che è stato sviluppato con l’aiuto del dott. Alessandro Merli e l’ing. Stefano Bagli del Marasma Surf Club di Rimini, rappresenta in questo caso un progetto originale con l’ elemento di novità costituito dal Parco Marino, e verrebbe realizzato smantellando le attuali barriere di scogli che si trovano alla foce del fiume Conca.
Si tratta tuttavia di una proposta ancora lontana dalla sua eventuale realizzazione, che però sembra avere già incontrato l’attenzione favorevole dell’assessore all’Ambiente della provincia di Rimini, Cesare Romani, il quale ha dichiarato di ritenerla una valida alternativa purchè supportata da ulteriori studi di fattibilità più approfonditi e convalidati dagli esperti.
Se tali studi confermassero la bontà del progetto, sembrerebbe che l’ulteriore ostacolo costituito dagli oneri economici per la sua realizzazione possa passare addirittura in secondo piano.
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