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Vale vale… cantabria!

Foto del team Seacily Riders in Cantabria.
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Vale vale… cantabria!

Mi trovavo sulla line up di una delle tanto attesa mareggiate di ottobre, quando iniziai a sentire vociferare di un surftrip a Santander in Spagna. Erano Danilo ed Albertino, che stanchi della dura ed inaspettata magra di settembre si erano messi alla ricerca di una trovata per prendere una bella boccata di ossigeno. Santander? esclamai meravigliato a Danilo, tornato da appena un mese dopo “soltanto” una intera estate trascorsa in Indonesia. Ed io dopo appena 18 giorni trascorsi in Francia in pieno Agosto, comprensivi di alta pressione e “Surf de Nuit” in acqua piatta e verricello, e fresco di auto licenziamento dal lavoro, mi sentii subito chiamato in causa.
Dopo un susseguirsi di auto convocazioni ed una lunga serie di “forse vengo anch’io” , l’unica adesione che risulta essere assolutamente certa è quella di Helmut, che dopo tre anni di astinenza da Oceano, decide di aggregarsi. Così il gruppo è formato e le iscrizioni sono chiuse.
Programma: Partenza da Trapani all’alba, scalo a Roma per atterrare a Santander nel pomeriggio. Tutto sarebbe andato liscio se Albertino non si fosse scordato il passaporto, infatti a Trapani si vede negata la partenza. Così è costretto a tornare a Palermo per prendere il documento, e preso il primo volo per Fiumicino, dopo una gincana per il centro della capitale tra treno e taxi, ci raggiunge a Ciampino in tempo per il check-in. Pericolo scampato, VAMOS!!!
Non appena si inizia a vedere l’ Oceano Atlantico dai finestrini dell’ aereo parte subito la caccia alla schiume e tra i vari commenti del gruppo atterriamo a Santander, e affittata la macchina, parte subito la corsa al primo spot. Dopo qualche giro di troppo, giustificato dall’ assenza del navigatore satellitare, ed un pò di informazioni rimediate prima di partire decidiamo di fare rotta verso Liencres.
Sole, totale assenza di vento e serie di onde da un metro abbondante, è lo scenario che ci troviamo di fronte.
Liencres si dimostra un spot di ottima qualità che ospiterà le nostre session per i primi tre giorni, durante i quali grazie alla bassa sensibilità dello spot ai cambiamenti di maree, e ad un caldo vento da Sud riusciamo a collezionare session indimenticabili. Nonostante l’ arrivo di una media swell il quarto giorno, il clima rimane lo stesso ma cambiamo spot e finalmente surfiamo a 100m dalla nostra abitazione, fino a quando non arriva a Somo lo spettro del vento da mare, giustificato dall’arrivo di una perturbazione che dovrebbe portare una grossa swell ed un repentino calo della temperatura.
La mattina successiva capiamo che è arrivato il momento di compare una cartina stradale, una volta ottenute delle affidabili e preziosissime informazioni, facciamo strada verso est direzione Laredo.
Ancora una volta il nostro umore è alle stelle, così nuovamente tutti in acqua, tranne Helmut che bloccato da un torcicollo improvviso, documenta l’intera giornata immortalandoci onda dopo onda. Ma le sorprese non sono ancora finite, gira voce tra i locals che con la swell ancora in aumento potrebbe attivarsi la “Fortaleza”, di cui dicono un gran bene, una infinita e srotolante sinistra di 600 metri. Infatti la mattina seguente eccola lì puntuale, la vediamo srotolare dalle aperture della Fortezza di epoca Napoleonica, ancora in perfetto stato, che sovrasta lo spot e da rifugio ai surfisti dalle intemperie.
L’onda assomiglia più ad un point indonesiano che alle onde che eravamo abituati a vedere nei grandi spiaggioni atlantici e
cosi avanti con altri 2 giorni di surf. Nonostante il clima sia diventato decisamente invernale e il sole dei primi giorni rimanga un ricordo lontano, le onde continuano ad essere bellissime e i sorrisi sembrano ormai stampati sui nostri volti da più di una settimana. Purtroppo arriviamo al penultimo giorno e Mundaka rimane l’ultima tappa obbligatoria.
Le onde sono grosse come le tavole che si vedono entrare in acqua, praticamente tutti i surfisti hanno sotto braccio dei minigum, ma Danilo spinto dalla voglia di conoscere l’onda si butta con la sua 6′0 con tanto di nose rotto, praticamente una 5″11, riuscendo comunque a prendere 3 onde nell’inside e promette di ritornare al più presto con il giusto quiver.
Il viaggio si conclude con una session a Laredo caratterizzata da profondi tubi e una grandinata, che aveva tutta l’aria di un bombardamento.
Dopo i saluti e gli arrivederci del caso, tutti a casa a preparare le valigie, direzione italia.. purtroppo.
Colgo l’ occasione per ringraziare tutti i surfisti locali che sono stati accoglienti e ci hanno fornito informazioni che si sono rivelate fondamentali per il buon esito della vacanza, e Raffel e David che hanno contribuito a rendermi il soggiorno ancora piu piacevole.

Txt di Enrico Perricone e Ph. di Helmut Berta.

Seacilyriders ringrazia Surfside Shop e Xcel wetsuit.

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