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Pine & Tree

La bellezza dell’imperfezione nei mini cruiser artigianali di Pine & Tree

PINE&TREE logo

 

Ispirato alla surf culture australiana di Byron Bay, Pine & Tree è un duo di artigiani che realizza mini cruiser in legno pregiato e pezzi unici. Pinuccio Quaini e Matteo Todisco sono un falegname e un giornalista/designer che hanno dato vita a questo brand nostrano e basato nel nord Italia. Siamo rimasti colpiti dai loro lavori e li abbiamo voluti conoscere più da vicino, ve li presentiamo in questo articolo.

 

 

Ciao Matteo, ci ha incuriosito molto il progetto Pine & Tree ce ne puoi parlare?

L’idea è nata in Australia, dove ho vissuto due anni facendo la specialistica per la scuola di giornalismo. Già da tre anni giravo col Penny, poi a Byron Bay ho conosciuto dei ragazzi che costruivano mini cruiser fatti in legno. Ai tempi in Italia non avevo ancora visto qualcosa di simile, c’era qualcuno che iniziava a fare questo tipo di tavole ma non in questi termini, perciò ho pensato di provare a farlo in Italia dal momento che dopo la specialistica non riuscivo a trovare lavoro in Australia. Se l’avessi trovato, Pine & Tree non sarebbe mai nato, ma a forza di mandare in giro application e non essere preso mi è venuta voglia di provare a fare qualcos’altro.

Quindi nasci come giornalista e ti riscopri artigiano, in un certo senso…

Si, scrivo ormai da 10 anni, a tutti gli effetti sono un giornalista ma scrivo nel resto del mondo, non Italia, non essendo iscritto all’ordine. Sicuramente questa esperienza (inclusa la scuola di giornalismo) mi sta aiutando molto, soprattutto per quanto riguarda l’inglese, però al momento sono più concentrato sullo sviluppo del progetto Pine & Tree.

 

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Da dove nasce il nome Pine & Tree?

E’ curioso, il logo doveva essere un mio tatuaggio, cosa che ancora non ho fatto! si tratta di un pino stilizzato a richiamare la neve in fresca, come massimo livello di libertà e creatività che puoi avere, fare le tue righe, le tue curve con la tavola. Soprattutto Pine & Tree sono le iniziali mie e del falegname che mi aiuta nella realizzazione delle tavole, facendo capire che si tratta di due persone oltre che a significare albero di pino, per ricordare appunto che dal legno deriva il tutto.

Quali sono le particolarità che distinguono i tuoi decks?

Ho cercato di partire da una vecchia concezione di mini cruiser, di non farli flettere, utilizzando un asse rigido. La cosa che ho fatto in più è quella di cercare di avvicinare due mondi lontanissimi come il design da interni e lo skate, usare materiali da interni come mogano, parquet, materiali per costruire cucine o altri per arredare casa ed inserirli nel mondo dello skate (oltre al solito multistrato). Inizialmente ho usato anche il tulipieva, poi rovere, faggio ed atri legni di pregio. Sostanzialmente l’idea è quella di avvicinare il design da interni al mondo dello skate esaltando l’artigianalità italiana come vero e proprio laboratorio di falegnameria.

 

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Ultimamente in Italia ci sono diverse realtà di questo genere, c’è molto fermento di artigianalità

Si ora è il boom, quando ho iniziato a usare il mini cruiser ricordo che in giro non ne vedevo, qualche anno fa eri visto come un marziano ad andarci in giro, mentre ora anche i bambini vanno in giro coi mini cruiser.

Oltre allo skate fai anche surf?

Si, non benissimo, ma diciamo che surficchio!

Dove surfavi in Australia?

Il mio posto preferito era Coolangatta, Snapper Rock, e quando potevo mi spostavo a Byron Bay. Ho provato anche anche altri spot a Sydney ma non mi sono trovato bene, decisamente troppa gente e troppo brava!

Anche Snapper è bello affollato…

Beh si, ma meno che altri posti, magari spostandosi un po’ a Kirra, Rainbow bay, D-bah o in sunshine coast, si trovano bei posti, basta girare un po’ e non uscire da soli, se non vuoi essere mangiato dagli squali…

 

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Tornando a parlare di design, che è una delle caratteristiche che colpisce… Chi disegna le linee delle tue tavole?

Disegno tutto io per poi discutere le modifiche col falegname, che ha 65 anni e lavorando il legno da una vita sa bene come farlo. Il disegno di base è quello del penny ma più tendente alla forma fish, quindi un nose più largo ma con il kick mozzato e quindi risulta 5 cm più corta del penny. Girando e facendo slalom non ho mai usato il kick perciò ho deciso di mozzarlo. Se guardi per esempio il modello Browny Flat quella è la tavola che uso tutti i giorni. Quella è molto corta come tavola, le prime le ho fatte così perché mi piacevano belle cattive e super corte, poi però ho disegnato anche modelli più lunghi e comodi da usare, mini long e simili, ma sempre partendo dalla stessa concezione.

Quando sei partito con questo progetto?

Ufficialmente il sito è stato messo su l’anno scorso a febbraio anche se in realtà son tornato in Italia a dicembre 2013 e sono andato subito dal falegname perché volevo farmi fare una tavola in legno per me su cui montare gli attacchi penny, volevo semplicemente togliere il deck penny e usarne uno di legno. Da lì poi, anche tramite amici, i ragazzi di FNG magazine per cui scrivevo, e gli skater di milano centrale, ho ricevuto  tanti consigli anche su come scavare delle scanalature sul back per togliere ancora più peso e far passare bene le ruote. Verso aprile 2014 mi son buttato anche sui social e da settembre ho cominciato a spingere ancora di più sul progetto.

 

 

La scena skate milanese come ha accolto o commentato le tue tavole?

Di sicuro non si tratta di core skate, io stesso se facessi skate da una vita la vedrei come una hypsterata. Cerco perciò di propormi a chi vuole avere un oggetto diverso dagli altri capendo bene che allo skater vero non interessa. D’altronde il mini cruiser deriva più dal surfing, fare curve in città, è per chi ricerca questo tipo di sensazione, come andare sulla neve in fresca (io vengo dallo snowboard, non ho mai skateato sul serio).  Per questo motivo mi rivolgo più a un pubblico diverso e alternativo rispetto ai core skater. Le risposte sono comunque positive, non posso dire che il mio skate sia più performante di un altro, sicuramente però come oggetto è piaciuto tanto per il suo valore di originalità e per il legno in sè. Ho mandato la tavola ai ragazzi di The Inertia a Venice Beach, gli è piaciuto e ne sono rimasti entusiasti tanto che mi hanno recensito. Anche i ragazzi di Desillusion a Maison ne hanno una e gli è piaciuta.

Parlaci del falegname con cui collabori

E’  un amico di famiglia da diversi anni ed il suo laboratorio si trova nella via dove abito, un incontro e una collaborazione sicuramente facile ogni qualvolta ce n’è bisogno, il progetto è nato con tantissimo entusiasmo anche da parte sua. A novembre siamo stati su Radio Dj Tv a parlarne insieme.

 

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A lato dei deck proponete anche accessori, portachiavi e una strana panca a forma di tavola…

Si, è una panca che diventa skate, è stato scritto anche un articolo su The Inerthia. Si smonta l’assa, monti le ruote e lo usi come skate, è un long ma molto pesante, non penso che qualcuno lo usi effettivamente (visto anche il prezzo), è bello comunque dare la possibilità di scelta, la doppia funzionalità, è ciò che ricerco nelle cose a livello mentale.

Cosa ti aspetta nell’immediato futuro per Pine & Tree?

Per il 2015 è già pronta una collaborazione, da circa 6 mesi, con una ditta la Evin di Bergamo che produce costumi di sartoria italiana. Per loro abbiamo realizzato una tavola fatta in mogano con intarsi in acero bianco e incisioni al laser. La scatola dei costumi è fatta come una cassa di champagne. Stiamo spingendo sia su Milano che Bergamo, Monaco e Berlino. Dovrebbe uscire a Febbraio, con un video. Mi hanno contattato tramite facebook, in 5 giorni siamo riusciti ad avere una tavola per poter andare al SEEK di berlino, dopo di ché abbiamo lavorato ancora e raffinato il prodotto per altri 6 mesi, volevano una tavola che assomigliasse ad un motoscafo, partendo dal longboard da 65 cm. Uscirà a febbraio/marzo per raggiungere negozi super esclusivi con marchi ricercati e al top nel nord Europa, soprattutto Germania, solo uno a Milano, il Dictionary. Scelta dettata dal fatto che il mercato in Italia non va e il made in Italy si vende meglio fuori! I costumi sono molto belli, creati da questi due ragazzi molto giovani nati inizialmente come fotografi, il video lo abbiamo girato insieme.

Per saperne di più: www.pineandtree.bigcartel.com

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