Wavegarden 2.0 sta per arrivare in Australia

Wavegarden si prepara a lanciare l’evoluzione della sua tecnologia in Australia. Ecco il Wavegarden 2.0, per gli amici “The Cove”.

Si chiama “The Cove” la versione 2.0 del Wavegarden ed è la risposta che l’azienda con sede nei Paesi Baschi vuole dare alla wave pool di Kelly Slater. Dopo l’apertura della prima wave pool del Nord America in Texas, il wavegarden si prepara a sbarcare in Australia ma con una nuova veste e con tre grossi progetti a Melbourne, Sydney e Perth, il primo dei quali già in fase avanzata e i cui lavori dovrebbero iniziare nella prima metà del 2017 per poi vedere la luce nella prima metà del 2018.

Il Wavegarden 2.0 abbandona la forma rettangolare a cui eravamo abituati per una  piscina a forma di diamante, in grado di produrre onde di 2 metri tubanti e surfate fino a 18 secondi, con una frequenza di 1000 onde all’ora. Un prototipo di questo tipo è già stato costruito nel quartier generale nei Paesi Baschi, e chi ha testato l’onda  lo scorso ottobre (Julian Wilson, Josh Kerr e Ryan Callinan) assicura che funziona!

I dettagli del Wavegarden 2.0 sono ancora segretissimi e saranno svelati a breve quando sarà dato l’annuncio ufficiale, ma secondo le indiscrezioni il The Cove sarebbe la miglior tecnologia esistente in grado di fornire onde di qualità, alta frequenza e variabilità dell’onda, elevata capacità di ospitare i surfisti e miglior rapporto resa/costi.

L’iter per la realizzazione di un Wavegarden passa attraverso diversi step burocratici. Dopo aver trovato la location, occorre avere tutte le autorizzazioni al progetto, dopodichè avere i finanziatori che permettano la materiale realizzazione e coprano tutti i costi. Il progetto di Melbourne sembra essere già in fase avanzata e aver superato tutti questi step, si attenderebbe ora solo l’inizio dei lavori previsto per la prima metà del 2017.

Più indietro invece i progetti di Sydney e Perth, per i quali è stata identificata la location ma si è ancora in fase di presentazione del progetto per l’approvazione. Ll’iter burocratico è ancora lungo quindi e per questi due progetti non si dovrebbe vedere la luce prima del 2019.