Un bodyboarder è rimasto ucciso in seguito a un attacco squalo all’isola di Reunion, è l’ottavo attacco mortale negli ultimi sei anni. Kelly Slater auspica un intervento di controllo del numero degli squali nell’area.
Dal 2011 ad oggi si sono registrati 20 attacchi di squalo all’isola Reunion, di cui otto sono stati fatali. L’ultima vittima ieri è un bodyboarder di 26 anni, che già in passato era stato impiegato come avvistatore di squali. Non tutti gli spot dell’isola però sono equipaggiati con reti antisqualo e per questo motivo nell’area dell’incidente è proibito nuotare o praticare sport acquatici.
Lo spot in cui è avvenuto il fatto si chiama Santana, un spot che si trova alla foce di un fiume sulla costa est dell’isola, non protetto dalla reti antisqualo, lo squalo ha tranciato l’arteria femorale del ragazzo.
Jeremy Flores, protagonista del video Radical Times in Reunion, in cui si analizzava la situazione dell’isola legata ai numerosi attacchi, ha lasciato un messaggio sulla sua pagina facebook :”Another young passionate kid gone too soon, very sad… Make sure you score some perfect barrels up there with all the legends.”
Flores, insieme a suo padre sindaco di Saint Paul, ha dato il via a un programma di installazione reti e sorveglianza antisqualo per consentire alla gente di tornare in acqua, dopo i recenti attacchi degli ultlimi anni e dopo cinque anni di assenza, anche le competizioni sono tornate sull’isola l’anno scorso grazie all’impegno di tutti.
L’11 volte campione del mondo Kelly Slater, noto per il suo interesse verso l’ambiente, in seguito all’ennesimo attacco è intervenuto sul profilo instagram di Jeremy Flores auspicando un maggiore e serio controllo del numero di squali nell’area, vista la particolarità della situazione di Reunion che la rende diversa da ogni altra. “Honestly, I won’t be popular for saying this,” ha detto Slater, “but there needs to be a serious cull on Reunion and it should happen everyday. There is a clear imbalance happening in the ocean there. If the whole world had these rates of attack nobody would use the ocean and literally millions of people would be dying like this. The French govt needs to figure this out asap. 20 attacks since 2011!? ”
Jeremy Flores ha risposto concordando con l’intervento di Slater e sottolineando che la situazione è ormai insostenibile e i morti da piangere sono ormai diventati troppi, nonostante l’idea possa apparire impopolare e diametralmente opposta a quanto sostenuto dai gruppi di tutela ambientale come Sea Shepherd: “Like you said. Réunion is clearly diferent than any other places in the world in relation of sharks… Our problem here are the bullsharks, they are killing everything including many different protected species of sharks. Unfortunaly it feels like it’s difficult for people to understand the issues we are having here. People are dying one after another and for some this sounds normal but it really isn’t. The community of Réunion island surfers are naturally ocean & environment lovers since many generations but things are getting really serious and we are tired of crying our brothers. Its time for unity to protect our small Coast. Thank you for your comment, it gives hope that somebody who knows so well the environment is understainding the nightmare we are living here. And to all the other haters, please try to understaind our situation here before giving a blind opinion.”
Secondo quanto evidenziato da altre voci, l’aumento degli attacchi sarebbe da considerare principalmente legato all’area marina protetta che sorge al largo della costa ovest dal 2007, dal momento che gli attacchi sono aumentati a partire dagli anni successivi alla sua creazione, e il governo dovrebbe intervenire riconsiderando dunque l’utilità di quell’area.
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