La racconto perché è andata bene e devo ancora metabolizzare la cosa. Per lavoro sono riuscito ad allungare di qualche giorno un tanto atteso soggiorno in California, dove ero già stato nel 2012. Al tempo avevo potuto surfare un giorno soltanto a San Onofre, onda lunga e morbida di altri tempi, come di altri tempi sembra essere la varietà delle persone che lo frequentano, con sessantenni dalle chiome argentate e grommets alti mezzo barattolo partire tranquillamente sulla stessa onda - un panorama molto diverso da quello che si respira a giusto pochi km più a nord a Trestles dove l’onda e la competizione in acqua è ben più selettiva.
A questo giro non ci sono tornato. Da San Francisco mi sono affacciato a Steamer Lane: faceva piccolo ma è sempre di grande impatto, incorniciato da una scogliera che sembra messa lì apposta. Era una domenica (mai visto tanto affollamento in mare) ma ho proseguito verso la zona di San Diego, dove sono rimasto quasi una settimana e uscito 4 volte, tutte a Pacific Beach - sui picchi esposti tra il pier e Tourmaline. Lo spot non mi è piaciuto dal primo momento. Non ho trovato ottime condizioni del resto: onde comprese tra altezza vita e altezza spalla con alcuni set più grossi a sparigliare ogni tanto la line up, ma di buona qualità solo al primo mattino e poi presto rovinate da forte vento onshore. Per me che vado con il long poi non è certo un’onda accogliente, perché ripida al lato del pontile e molto spesso tendente al close out. Da altre parti in prossimità di San Diego però non andava meglio e di necessità ho fatto virtù. Sono entrato ogni volta che potevo: la prima con un 9 piedi performer poco adatto alla misura, poi con un McTavish 7.6 ben più maneggevole e infine nuovamente con lo stesso long.
Anche se dopo qualche anno so stare in mare senza troppi problemi mi considero ancora un principiante e sono perciò uscito sempre con la massima cautela, cercando di leggere bene i set e non partire su un tritatutto. Nel complesso l’esperienza è stata però difficile e mi ha molto ridimensionato. Un giorno in cui il mare era piuttosto incazzato e irregolare, anche solo mantenere la line up tra forti correnti e set poco prevedibili mi ha messo duramente alla prova. Per due ore ho remato in continuazione senza riuscire a prendere un’onda degna di nota. Vedevo anche altri in difficoltà, ma sono tornato incazzato con me stesso per non aver osato a sufficienza su alcune onde importanti lasciate andare - della serie go big or go home e io sono andato a casa. Questa sensazione mi ha portato a commettere un errore di valutazione...
L’ultimo giorno sembrava molto più agevole dei precedenti e in effetti sia la misura minore che il vento assente erano ideali per riprovare con il long. Esco a Tourmaline, mi diverto molto di più di quanto avevo fatto sino ad allora, tra l’altro trovandomi in mare insieme a diversi delfini impegnati in una battuta di caccia vicino riva. Insomma, giornata ideale. Preso coraggio mi sposto vicino al pontile dove di tanto in tanto alcuni set rompevano più lontano dalla line up principale. Con la short da lì non si parte facile, ma con il long riesco a costruirmi una corsa piuttosto lunga che termina con una sezione ripida a metà del pontile. Presa fiducia e con l’adrenalina a mille mi finisco le braccia, ne prendo diverse e decido infine per l’ultima onda della giornata, infilandomi in un chiusone tremendo che mi sfascia la schiena contro il fondale. Colpo secco e dolore atroce, tanto da riuscire a fatica ad arrivare a riva. Sono seguiti due giorni di ospedale, una paura fottuta, un volo rimandato e una settimana di degenza bloccato a letto ma per fortuna nessuna conseguenza grave.
Ovviamente mi sono maledetto in ogni modo possibile per aver rischiato inutilmente ma non posso fare a meno di pensare che spesso mi sono trovato in situazioni più impegnative di questa e dalle tante lavatrici fatte sono sempre uscito non solo senza un graffio ma anche senza la percezione di aver corso un rischio elevato. Ci fosse stato un sasso sul fondale nella migliore delle ipotesi oggi mi troverei con una frattura spinale… Insomma questa esperienza oceanica mi lascia con diversi acciacchi e altrettanti dubbi. Devo pensare che sia stato un incidente, per definizione imponderabile e che può succedere a chiunque, o è la prova che non sono ancora pronto?