Ad ottobre scorso ho ufficialmente tagliato il nastro dei 10 anni di tentativi.
Riporto qua cio' che ho scritto sul mio blog, cosi', per condividere.
10 anni.
Sembra tanto ma in realta' c'e' un abisso tra questo lasso di tempo, nel quale ho tantato di praticare il surf, e il tempo in cui ho praticato surf.
In un anno ci sono 54 settimane. Dunque un anno di surf per me significa indicativamente 54 weekend in cui andare a provarci. Ma bisogna togliere tutte le volte che, per condizioni ambientali o impegni personali, non mi e' possibile farlo. Poi bisogna togliere le volte che ho avuto infortuni, le volte che mi sono ammalato, le volte che ho fatto viaggi senza surf, le volte che son tornato in Italia, quando son finito all'ospedale, i lockdown e cosi' via.
Insomma, le mie annate di surf si riducono, negli anni peggiori, ad una decina di tentativi, e nei migliori ad una quarantina all'anno.
Cio' significa che chi vive davanti alla spiaggia in 365 giorni potrebbe potenzialmente fare quello che io ho fatto in 10 anni.
Ci sarebbe poi da calcorare quanto tempo -in acqua- abbia passato in piedi sopra la tavola e quando seduto ad aspettare, ma vabbe'. Ci siamo capiti.
Come scritto in precedenza, ho iniziato senza convinzione solo perche' avevo ereditato involontariamente una tavola sgangherata ed alcuni amici insistevano che dovevo provarci.
Era appunto ottobre e ricordo che il primo momento di vera gioia arrivo' solo a dicembre, quando su una sinistra minuscola trovai il punto magico e la tavola non si fermava piu'. Quello fu la vera prima volta in cui pensai che volevo assolutamente rifarlo.
Inoltre pensavo che con qualche ora di pratica avrei potuto fare cose, un po' come tutti quelli che vedevo intorno a me. Mai avrei pensato alla lentezza dei progressi ed alla sensazione infinita di esserci quasi che mi ha imprigionato sin dal giorno di quella sinistra.
E' poi incredibile pensare a come inizialmente non vedevo il mare.
Un amico "ci portava" nel posto giusto ed io entravo in acqua senza capire che differenza avrebbe fatto andare da un'altra parte.
Solo la pratica ha costriuto nella mia testa l'immagine del mare e delle sue onde, e come funzionano, e come cosa e' buono e cosa e' male.
Ora vedo cosa succede, vedo l'effetto delle maree, del vento, vedo i rip, la difrazione, la rifrazione, capisco le manovre degli altri, quello che stanno cercando di fare, le anticipo nella mia testa, vedo perche' i beginners non riescono a prenderle, e perche' cadono.
Ovviamente la mia rimane una comprensione comunque limitata. Ma e' comunque bello "vedere".
Ogni tanto mi scopro a leggere il mare nei quadri, e capisco immediatamente se il pittore andava di fantasia o meno, e se anche lui vedesse affettivamente il mare nel modo giusto.
Ma poi, in proposito, c'e' anche il lato negativo. Quando rientro in Sardagna d'estate e son tutti innamorati di una mare immobile, con una battigia minuscola, senza maree significative, e senza una fauna visibile. Faccio finta di niete ma "bello" non e' piu' quello che penso. E come se fossi in un autodromo, o stadio olimpico abbandonato. C'e' nell'aria l'eco di gesta leggendarie e la promessa di nuove, future, ma anche tanta desolazione al presente. Ma non posso dirlo.
Per i primi anni sono andato in acqua quasi sempre con la GoPro ed ho filmato ore ed ore di cadute ed onde sprecate nei modi piu' diversi. Era utile vedere il pop-up e la mia postura, ma quando ho cominciato a sfruttare meglio le onde, mi sono accorto che avevo bisogno di vedermi da piu' lontano per capire meglio le dinamiche e paragonarmi alla gente filmata su Youtube. Ad un certo punto ho quindi lasciato perdere.
Un po' mi dispiace perche' quando rivedo quei filmati mi tornano alla mente intere giornate, onde specifiche, e sensazioni varie che da diversi anni non registro piu'.
Il mare mi ha insegnato qualcosa?
Non lo so. Forse che devo riuscire ad avere pazienza, a stare sereno. Non saprei. Forse sto imparando ad avere meno aspettative e godermi di piu' il momento. Forse.
Il mio obiettivo, da anni, e' quello di poter far parte della media. Confondermi coi surfisti che mi circondano, come uno dei tanti. Capace di divertirsi.
Sono anni che penso che ci sono quasi. Ed infatti ci sono quasi. Mi mancano giusto alcune cosette. Ci sono quasi. Ancora un poco e ci sono.