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Dave rastovich alla grande marcia blu per le balene

Migliaia di persone hanno partecipato ad Anchorage, in Alaska, ad una marcia guidata dagli attivisti per le balene, da star di Hollywood e campioni mondiali di surf per chiedere la protezione delle balene in occasione dell’incontro annuale della International Whaling Commission (Iwc). Agli attivisti di Greenpeace ed agli altri ambientalisti si sono uniti al divo di Heroes Hayden Panettiere, al V-jay di Mtv Stephen Colletti, a Esai Morales, protagonista della serie Nypd Blues), già sostenitore della campagna “Save the Whale Again”, al campione australiano di surf Dave Rastovich, all’artista Howie Cooke di “Surfers for Cetaceans” e ai ragazzi di Teens Against Whaling, in un corteo che si è trasformato in una spettacolare “balena umana” visibile dall’alto del centro di Anchorage.

L´iniziativa della “Grande Marcia Blu” fa parte di una giornata globale di attività che ha coinvolto migliaia di persone in 20 paesi diversi, tra i quali le Galapagos, la Nuova Zelanda, la Russia, le Isole Fiji, gli Usa, l’Argentina e l’Europa, e in più di 50 città per inviare un messaggio ai delegati riuniti nella Commissione e salvare il destino delle balene. «Il fatto che un numero così grande di persone di tutto il pianeta si siano riunite in favore di una causa comune – ha detto Gerd Leipold, direttore -esecutivo di Greenpeace international – è un segnale forte e chiaro ai membri della commissione riuniti in Alaska: non devono perdere questa occasione per proteggere le balene». Fino al 31 maggio i delegati della Iwc di oltre settanta nazioni dedicheranno solo un paio di ore alle cause delle uccisioni , volontarie e involontarie, delle balene, mentre, secondo Greenpeace, la discussione vera verterà sul «come, quando e perché cacciare le balene, giustificandosi in base a pretesti scientifici o contravvenendo semplicemente allo stesso regolamento della Commissione».

Eppure, per Alessandro Giannì, responsabile della campagna Mare di Greenpeace Italia «sono centinaia le balene che, catturate nelle reti, colpite dalle navi, soffocate dalle buste di plastica, avvelenate dall’ inquinamento e affamate in seguito ai cambiamenti nelle catene alimentari causati dai mutamenti climatici, muoiono ogni anno negli oceani. È incredibile che l’Iwc stia ancora dibattendo l’idea della caccia commerciale alle balene, mentre esistono così tanti fattori che mettono a rischio le popolazioni di cetacei a livello mondiale. I rappresentanti dell’Iwc – conclude Giannì – devono impegnarsi quest’anno a modernizzare la commissione, affrontando seriamente l’aumento delle minacce alle balene e diventare un’istituzione che lavora per le balene non per i cacciatori di balene».

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