Surfcorner.it – Era il 6 novembre 2007 quando entrò in vigore il divieto di trasportare tavole da surf sui voli della British Airways. La decisione della compagnia inglese provocò la reazione dei surfisti di tutto il mondo e in primis della BSA (British Surfing Association) che si organizzarono con raccolte di firme e iniziative per cercare di far ragionare la compagnia.
A distanza di quasi due anni, sul sito della British appare una news in cui si dice che il divieto è parzialmente ritirato, nel senso che saranno consentite in stiva le tavole fino ad una lunghezza di 6’3” (c.ca 190 cm.) con valore effettivo a partire dal 9 ottobre 2009.
Nel 2007, dopo il divieto annunciato dalla BA, un incredibile numero di surfisti si era attivato per firmare la petizione anti-ban, incluso il campione del mondo Mick Fanning, oltre a fotografi, filmakers, aziende del settore, e persino altre compagnie aeree aveva pubblicamente criticato il divieto.
Ma è stata la crisi economica mondiale e una perdita da 401 milioni di sterline nel bilancio, contrapposta a un raddoppio invece dei profitti da parte della concorrente Virgin, a far riaprire gli occhi alla compagnia aerea in questione, che ha realizzato come i surfisti possano costituire una fonte di guadagno. Immediatamente la Virgin ha risposto con una campagna rivolta ai surfisti con questo slogan:”No Sex Wax please, we’re British Airways.”
Con la nuova decisione, un piccolo passo avanti è stato compiuto e l’Associazione Surf Inglese si è congratulata con la compagnia aerea, ma allo stesso tempo ha rilevato che le restrizioni sono ancora troppe e che la maggioranza dei surfisti rimane ancora penalizzata e impossibilitata ad usufruire dei voli British in tutti quei casi in cui le tavole siano più lunghe di una 6’3”. Sono molti infatti gli shortboarder che nei loro viaggi portano anche tavole più lunghe.
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