Il cinema italiano torna a interessarsi di surf con L’estate di Martino, anche se in modo marginale, con una storia che riporta alle origini del surf in Italia.
Ne L’estate di Martino il surf fa marginalmente da sfondo alla storia principale incentrata sulla tragedia di Ustica e sulla bomba alla stazione di Bologna, episodi che costituiscono il background della vita di Martino e delle persone che vivono vicino a lui.
E’ interessante però constatare come sbarchino anche al cinema alcune delle storie che hanno caratterizzano la nascita del surf in Italia, dove spesso si sente raccontare di militari NATO che hanno portato il surf sulle nostre spiagge ispirando i surfisti locali.
Teatro dell’azione è una bellissima spiaggia, il cui accesso è vietato perché sotto il controllo della Nato. La storia mette in luce Martino (Luigi Ciardo) e il suo rapporto con il capitano Clark (Treat Williams), un militare americano, e Silvia (Matilde Maggio) la ragazza del fratello. Rapporti paralleli ma strettamente collegati che corrono e crescono sul filo del surf.
Martino abbandonerà il suo guscio e saprà conquistare le onde e l’amore, il capitano riuscirà a sconfiggere i fantasmi del suo passato e Silvia al termine delle vacanze potrà tornare a casa.
La storia di questa amicizia si intreccia con la favola di “Dragut”, un principe che ha sfidato il mare per amore: dovrà recarsi oltre l’arcobaleno, nelle profondità del mare, e trovare una giara magica. Se ci riuscirà il mondo non conoscerà più il dolore delle morti violente.
“L’Estate di Martino” è un film di fantasia, dove il sogno di un mondo pacifico potrebbe divenire realtà. L’estate del 1980 è un’estate di sangue, contrassegnata dalla tragedia di Ustica del 27 giugno e dall’attentato nella stazione di Bologna del 2 agosto: tragici episodi che fanno da sfondo alla storia.
Regia di Massimo Natale
Prodotto da Movimento Film in collaborazione con Rai Cinema
Ambientazione: Torre Guaceto (BR), Puglia.
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