Quante immagini avete collezionato in tutti i vostri anni di viaggi qua e là? Probabilmente più di quelle che potete ricordare, immagini che messe una dopo l’altra coprirebbero distanze di migliaia di chilometri.
Certo, non sarà un vero e proprio giro del mondo ma poco ci manca… Marco Ferrari ci ha mandato un po’ di foto scattate durante i suoi ultimi viaggi tra Senegal, Nias, Francia, Sri Lanka, Messico, Bali, Australia, Spagna e ha colto l’occasione per raccontarci qualcosa in più su di lui.
Come nasce la tua passione per il surf e cosa fai per riuscire a viaggiare il più possibile?
Sono un incredibile amante della natura e attratto da tutto quello che è sufficientemente pericoloso ed estremo. Per guadagnarmi da vivere faccio il fisioterapista nel mio studio e quando non lavoro o non sono in viaggio, abito in una piccola casa immersa nel verde, davanti ad un maneggio a tre passi dal mare.
Raccontaci qualcosa in più su di te e di come ti sei perdutamente innamorato del surf…
Ho 33 anni di cui gli ultimi 14 sono stati dedicati al surf. Tutta l’infanzia l’ho vissuta diviso tra l’ambiente urbano come skaters e la Montagna come sciatore professionista ma ad un certo punto ho sentito una grande attrazione per il mare e le onde, forse perché era un ambiente a me completamente sconosciuto. Mi ricordo un pomeriggio davanti ad un bar, ero seduto con due miei amici e decidemmo dal nulla di provare questo sport senza ben sapere a cosa andavamo in contro. Dopo un paio di uscite invernali dove l’unico obiettivo è stato quello di non affogare o morire di freddo, mi ritrovai a Biarritz con onde vere e tutti i giorni. E’ lì che giorno dopo giorno la passione l’amore o la dipendenza, come vogliamo chiamarla, è nata e cresciuta in me. Per tutto il mese che sono stato lì sognai quasi ogni notte queste montagne d’acqua gigantesche ed io nel mezzo, seduto sulla tavola, minuscolo ed impotente. Il desiderio di riuscire a scendere un’onda tagliandola era diventato quasi una malattia. Da quella prima esperienza di viaggio in cerca di onde, tutta la mia vita ha iniziato ad organizzarsi in funzione delle mareggiate, delle perturbazioni e dei viaggi in giro per il mondo dove sogni di trovare il tuo “luogo perfetto”
Come riesci a fare in modo di surfare il più costantemente possibile in Italia?
Sfortunatamente, nella mia zona, molte belle onde sono state cancellate da quelle iniziative, affrettate e incuranti della natura, prese contro l’erosione. Quindi da diversi anni, per surfare, mi sposto prevalentemente nel tratto di costa tra Livorno e Rosignano dove si incontrano numerosi spot che consentono di entrare in acqua con molte condizioni differenti.
Com’è la scena surfistica della tua zona?
Mi ricordo che i primi tempi che surfavo, nella mia zona, c’era una comunità surfistica composta da poche persone, ma talmente forte ed unita che sembrava quasi una famiglia. L’estate la passavano tutti insieme dormendo sulla spiaggia o in furgoni di fortuna e l’inverno se ne andavano a surfare dove fa sempre caldo. Ero molto affascinato da questa vita quasi simbiotica.
Negli anni ho visto aumentare esponenzialmente il numero di ragazzi in acqua e la cosa mi fa piacere da un lato, perchè spero che essendoci sempre più gente che pratica questo sport, prima o poi potremmo essere ascoltati dalle istituzioni e così poter impedire nuovi scempi ingegneristici che puntano a rovinare le nostre coste e le nostre onde.
Attualmente ci sono decine di progetti fra porti e dighe, pronti ad essere approvati, che andrebbero a cancellare buona parte del nostro patrimonio surfistico.
Dall’altro lato vedo che l’unità che c’era nella piccola “tribù del bagno lido” adesso non esiste più e tanti ragazzi, ora praticano il surf, ma non lo vivono più come cultura.
Però negli ultimi 4 o 5 anni il livello in acqua si è alzato moltissimo, e spesso ti trovi a condividere onde con dei bravissimi surfisti.
Hai tempo anche per altro oltre al surf?
Nella vita, oltre al surf, ho due grandi passioni: viaggiare e la fotografia e questo fa si che le mie più grandi passioni si sposino perfettamente.
Quindi per me l’aspetto più bello di questo sport è il partire con uno zaino e la sacca delle tavole per poter esplorare paesi che non conosci con la speranza di trovare onde perfette con poca gente in acqua.
Qual è la cosa che ti piace di più del surf e a cui non potresti proprio rinunciare?
Del Surf mi piace l’estremo contatto con la natura e lo stare in un ambiente per l’uomo innaturale ma dove, conoscendolo, ti puoi sentire molto a tuo agio.
Mi da molta pace e tranquillità il surf… sono quei momenti in cui ti dimentichi di tutti i problemi della vita e ti dedichi esclusivamente al tuo piacere.
Quali tavole prediligi per le tue session?
Uso qualsiasi tipo di tavola, dallo short, che è quello che mi regala delle sensazioni migliori, ma anche longboard, ibridi, fish, quattro pinne e ultimamente, con l’aiuto di un mio amico shaper Marco Rizzo, abbiamo realizzato un alaia con cui sto imparando ad andare.
Ho iniziato con una fish 6,4 portata da mio padre direttamente dalla California, ma col passare del tempo ho capito che sono i tipi di onde che ti fanno scegliere la tavola…. ogni onda vuole la sua tavola e se sei in grado di scegliere la tavola giusta ti diverti sempre.
Se ripensi a tutti questi anni di surf e di viaggi cosa ricordi con maggior entusiasmo?
Ho avuto la fortuna di poter viaggiare molto e devo dire che in ogni viaggio che faccio ci sono sempre degli aspetti o delle esperienze che ti segnano. Però ho dei ricordi molto intensi legati al mio primo viaggio a Lanzarote nel ’98, quando ancora era un’ isola poco affollata, perché è stato il mio primo contatto con persone che vivono la loro vita in funzione di avere il più tempo possibile per prendere le onde migliori della giornata o quelli che vivono in una roulotte davanti al picco completamente senza soldi felici per poter entrare in acqua per primi. E’ lì che ho capito che la vita poteva essere vissuta in molte maniere differenti. Basta sapere quella giusta per te.
Ho anche dei ricordi molto forti del Senegal e l’estrema felicità di vivere, voglia di divertirsi e umanità che la gente possiede nonostante si trovino nel terzo mondo con tutte le sue difficoltà
Quanti viaggi riesci a fare in un anno e per quanto tempo?
In un anno cerco di viaggiare dai 2 ai 3 mesi che per lavoro non posso fare continuativamente ma li spalmo nell’arco dell’anno.
Tutti i tuoi spostamenti sono dedicati all’estero o ti muovi anche in Italia?
Quando posso cerco di spostarmi anche in Italia. La mia meta principale è la Sardegna ma vado anche a Levanto, Baratti, Ansedonia, viareggio. Sono stato qualche volta all’Isola d’Elba e una paio di volte anche a Banzai. Non sono mai stato ma mi piacerebbe andare a vedere la Calabria e la Sicilia……ci sono molte belle onde e prima o poi andrò!
Se potessi esprimere un desiderio…
Se potessi realizzare un desiderio forse vorrei che tutte le persone che appartengono alle società “evolute” imparassero un po’ di umanità, un po’ di fratellanza e semplicità da tutte quelle popolazioni considerate sottosviluppate, in modo che si possa tornare un po’ indietro a quando si viveva in maniera più semplice e sincera.
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