Mentre i più fortunati sono già partiti da settimane per svernare al caldo (e se la godono alla faccia nostra), la maggior parte di noi è ancora qui a consultare avidamente le mappe per programmare la prossima uscita in uno dei tanti spot della penisola, e se fino ad oggi ci è andata tutto sommato bene, con temperature non ancora propriamente e rigidamente invernali, gli esperti avvertono però di un cambiamento climatico nei prossimi giorni con calo delle temperature e il probabile arrivo dell’inverno, quindi meglio essere pronti. La notizia positiva è che insieme al freddo arrivano anche le onde!
Inge Wegge è un surfer norvegese che insieme a Jørn Ranum ha fatto del freddo un’arte. In due hannno documentato in “North of the sun” il loro soggiorno di 9 mesi in una baia sperduta della Norvegia a caccia di onde. L’articolo è sul nuovo numero di 4SURF Magazine in edicola.
Imparare a gestire il freddo ha i suoi vantaggi, che non sono solo la possibilità di prolungare le session in acqua ma anche quello di poter surfare in posti e in periodi scarsamente affollati. Ecco allora 10 consigli per affrontare al meglio le sessioni più fredde dell’anno. Alcuni sembreranno scontati o banali, ma spesso sono proprio quelli che vengono tralasciati per primi sebbene importanti.
1. PIANIFICARE LA SESSION
Quante volte abbiamo detto “Se fosse estate mi sarei già buttato”. Bene, anzichè buttarsi in mare in un momento qualsiasi e visto che le ore in acqua saranno limitate, cercate di scegliere il momento migliore della giornata, aspettando la marea giusta compatibilmente con l’evolversi del moto ondoso durante la giornata (in base alle previsioni e alle osservazioni in prima persona) in modo da concentrare la session nelle ore migliori. E’ vero che alla vista delle prime onde il cervello va in palla, ma fate un respiro profondo e ragionate bene sul da farsi.
2. EVITARE DISPERSIONI DI CALORE
D’inverno il calore è oro, meglio tenerlo dentro che disperderlo. Cercate quindi di mantenere la riserva di calore più a lungo possibile fin da quando uscite di casa per andare a caccia di onde, rimanendo coperti anche durante quel breve spot check esposti alle intemperie e al vento e cercando di non prendere freddo nemmeno mentre indossate la muta (vedi anche il punto 5). Piccoli accorgimenti che equivalgono a preziosi minuti in più sulla line up.
3. INVESTIRE IN UNA BUONA MUTA
Le mute buone costano, si sa, ma avere una buona muta è fondamentale e l’investimento è di sicuro ben ripagato dai minuti preziosi che si possono guadagnare per rimanere più tempo in acqua prima di raffreddarsi. Una muta buona e ben tenuta può durare anche alcuni anni a seconda dell’uso più o meno intenso e così il costo iniziale essere ammortizzato nel tempo. Se avete ormai la stessa muta da almeno quattro anni potrebbe essere giunto il momento di investire in una nuova muta spessa e morbida, con neoprene di nuova generazione e soprattutto non bucata o rinsecchita. L’ideale sarebbe avere almeno due mute a disposizione per più session ravvicinate l’una all’altra. Se non è possibile investire in due o più mute, tenetevi la vecchia muta come riserva da sfruttare per la seconda session. A volte è meglio indossare la vecchia muta asciutta piuttosto che la muta bagnata e fredda, soprattutto se si prevede una seconda session breve e sempre che la vecchia muta non sia ormai ridotta a un colabrodo. Ricordatevi: risparmiare sulla muta non paga!
Fabrizio Gabrielli sa come mantenersi caldo durante una session nelle gelide acque dell’Adriatico.
4. PIU’ NEOPRENE NEI PUNTI GIUSTI
Le mani e i piedi sono le prime estremità a subire il freddo. E’ importante quindi investire in guanti e calzari spessi. Per i guanti, 5 millimetri di spessore sono sufficienti, per i calzari potrebbero essere necessari anche 7 millimetri nelle zone più fredde, visto che i piedi stanno per tutto il tempo a mollo dentro l’acqua gelida. Lo spessore della muta dipenderà molto dalle zone in cui surfate, ma anche nelle aree più gelide della penisola (es. Nord Adriatico) una buona muta 5/4 normalmente è sufficiente per una session di 2 ore in acqua a 5/8° centigradi, a meno che non siate particolarmente freddolosi.
5. INDOSSARE LA MUTA AL CALDO
Anche questo può sembrare scontato, ma se possibile evitare di cambiarsi al freddo. Se potete, uscite di casa già con la muta addosso mantenendo così più a lungo possibile la riserva di calore del vostro corpo. Se indossare la muta in casa prima di uscire non è proprio possibile, cercate un luogo riparato dal freddo per indossarla prima di entrare in mare, come per esempio dentro l’automobile. E’ vero che può non essere molto comodo, ma cambiarsi al caldo darà i suoi buoni frutti in un secondo momento.
6. EVITARE ABBUFFATE
Il sangue impegnato nella digestione a seguito di un qualsiasi pasto è prezioso sangue sottratto agli arti che avete bisogno di mantenere caldi, come mani e piedi. Se proprio dovete mangiare prima di surfare, mangiate leggero. Un pasto pesante comporta una digestione impegnativa che sottrae sangue caldo laddove ce n’è più bisogno.
7. FARE SCORTA DI ACQUA CALDA
Attrezzatevi con una tanica possibilmente termica e riempitela di acqua calda prima di uscire di casa. Versate un pò d’acqua calda dentro la muta prima di andare a surfare, ciò aiuta il corpo a raggiungere prima e più velocemente la temperatura interna. L’acqua fredda che filtra dentro la muta durante la session infatti impiega più tempo a riscaldarsi, in questo modo si può ritardare il raffreddamento e si ricrea in anticipo il micro clima interno alla muta. Un pò di acqua calda tornerà utile anche dopo la session per sciacquare la muta e riscaldarsi subito.
8. MUOVERSI SEMPRE
Rimanere meno fermi possibile prima e durante la session. Mantenere attiva la circolazione sanguigna aiuta a ritardare il raffreddamento. Se prima di entrare in acqua siete soliti fermarvi per qualche minuto a osservare le onde con la muta addosso, approfittate per fare un pò di riscaldamento, eventualmente facendo un pò di corsa o qualche saltello sul posto, muovendo o roteando le braccia e facendo qualche torsione. Questo darà una bella pompata alla circolazione riscaldando tutto il corpo prima dell’immersione nell’acqua fredda. Una volta dentro l’acqua, tra un set e l’altro e soprattutto se la frequenza è scarsa, alternare i periodi di attesa con qualche remata spostandovi qua e là o remando in circolo. E’ vero che il primo impatto nell’adagiarsi sulla tavola può dare una sensazione di freddo, questo tuttavia aiuta la circolazione a rimanere attiva e a mantenere calda l’acqua dentro la muta.
9. ALZARE IL VOLUME
Visto il considerevole quantitativo di neoprene che nei casi più estremi abbiamo addosso durante l’inverno, e considerato che per principio generale ad ogni condizione andrebbe abbinata la giusta tavola, l’ideale sarebbe anche mettere da parte la tavola che normalmente usiamo durante l’anno sostituendola con una più spessa e voluminosa specificamente dedicata alle sessioni invernali. Meno si sta immersi nell’acqua fredda e più lentamente ci si raffredderà.
10. (NON) PISCIARE NELLA MUTA
E’ vero che in un primo momento pisciare nella muta può sembrare una buona idea e dare una sensazione piacevole, ma ben presto quel liquido caldo diventerà freddo e non sarà più così piacevole. Per non parlare poi degli effetti collaterali, come l’odore di marcio di cui si impregnerà la muta propagandosi nell’abitacolo dell’auto, e del fatto che ciò accellererà il processo di corrosione del neoprene riducendo quindi la durata di vita della muta. Quindi, semmai, pisciare con moderazione e lavare poi bene la muta.
Imparare ad amare il freddo allargherà gli orizzonti portandoci a cercare sentieri meno battuti e onde solitarie.
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