Condizioni bariche responsabili delle mareggiate nel bacino del Mediterraneo.
Francesco Paladini Oceanografo e componente attivo del Costa Viva espone alcune informazioni sulle condizioni di mareggiata normalmente attese da tutti i surfisti italiani.
Il Mar Mediterraneo è un bacino semichiuso localizzato tra i 30 e 46° di latitudine. Questa porzione della superficie terrestre è interessata da un clima denominato “Mediterraneo” caratterizzato da stagionalità in cui si alternano inverni mediamente freddi e piovosi ed estati più o meno calde.
Le caratteristiche morfologiche del bacino e delle terre emerse che lo circondano ne determinano le caratteristiche climatiche. Tra tutte la catena montuosa delle Alpi ha un notevole effetto sulla circolazione atmosferica. Questa è infatti l’elemento che maggiormente influenza la genesi del ciclone ligure che si presenta come l’evento responsabile delle migliori mareggiate che investono il Tirreno. Inoltre l’effetto ostacolo della catena montuosa alpina determina il flusso dal Golfo del Leone che è la porta da cui entrano tutte le perturbazioni atlantiche e che interessano le coste occidentale in primis quelle del Mar di Corsica e Sardegna.
Si riconoscono bene tra queste la depressione scandinava, quella atlantica e quella del Mar Ligure che sono i tre sistemi depressionari che caratterizzano le mareggiate tirreniche. I tre sistemi sono riportati di sotto nelle immagini acquisite da satellite.
La depressione del Mar Ligure può, soprattutto durante il periodo autunnale, subire un intensificazione talmente profonda da generare forti cicloni mediterranei responsabili della genesi delle mareggiate di maggiore intensità che interressano il settore occidentale del Mediterraneo, come il ciclone Cleopatra verificatosi alla fine di Novembre dello scorso anno.
Questi eventi in particolare sono in grado di generare nel nostro mare le mareggiate con le caratteristiche più oceaniche formando onde di swell ben formate e con un elevato periodo d’onda.
Condizione simile si forma durante gli eventi che si generano per effetto del vento che spira dalle bocche di bonifacio. I fattori che concorrono a generare onde di swell di qualità superiore sono:
– Un dislivello barico molto accentuato tra l’alta e la bassa pressione
– Un movimento lento del nucleo ciclonico
– Lunga durata del fenomeno
Quando questi tre fattori si uniscono ecco comparire onde degne di memoria. Un elevato dislivello barico produce una maggiore intensità del vento e quindi un maggiore stress sulla superificie dell’acqua utile alla formazione del moto ondoso. La persistenza nel tempo di una zona di generazione delle onde permette una maggiore probabilità delle onde forzate di entrare in fase e quindi organizzarsi in treni d’onda ben definiti.
Le perturbazioni dalle bocche di bonifacio sono tendenzialmente di qualità migliore perchè ripettano sempre almeno uno dei due fattori e cioè il secondo. Infatti l’area di generazione è confinata da due elementi fisici immobili che sono la costa settentrionale della Sardegna qquella meridionale della Corsica.
La distribuzione spaziale delle celle cicloniche e anticicloniche può essere utile ad interpretare al meglio le carte sinottiche che spesso vediamo nelle previsioni del tempo evitando brutte sorprese la mattina dopo all’alba.
Oceanografo Francesco Paladini ( Costa Viva )
Costa Viva
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